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Channel: 5LB Magazine - notizie e 5 Leggi Biologiche
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Prima Legge Biologica al Simposio sulle 5LB 2017

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Lo scorso 25 Marzo 5LB Magazine ha collaborato alla realizzazione del Simposio sulle 5LB organizzato dall'Associazione Salute Attiva, nel quale abbiamo cercato di toccare e chiarire molti aspetti delle leggi biologiche che oggigiorno vengono confusi.
Infatti, proprio come accade nelle numerose polemiche a cui assistiamo quotidianamente sui media (per esempio intorno ai vaccini), anche le 5 Leggi Biologiche sono oggetto di generalizzazioni e distorsioni (capziose, strumentali e spesso ideologiche) che oppongono ostacoli a chi non le conosce nel comprendere l'inestimabile valore e l'utilità che queste conoscenze apportano alla ricerca scientifica.

Della prima legge si sono dunque occupati Gabriele Bovina e Marco Furlan, i quali nella forma di un dialogo ci raccontano la loro visione, rispettivamente di medico e di farmacista, sulla relazione tra psiche e organi che, ci accorgeremo, è un concetto tutt'altro che inedito nel mondo della medicina, ma al quale la prima Legge Biologica aggiunge importanti dettagli.

Il video è estratto dal Simposio sulle 5 Leggi Biologiche e dura circa 30 minuti




Seconda Legge Biologica al Simposio sulle 5LB 2017

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Dopo avere affrontato la prima Legge Biologica, al Simposio sulle 5LB Eleonora Meloni ha esposto in modo semplice e didattico la seconda Legge Biologica, cioè la curva bifasica, facendo anche riferimento ai prodromi che nel secolo scorso hanno anticipato l'idea del dott. Hamer sulle due fasi (come la Sindrome Generale di Adattamento di Hans Selye).

A seguire il dott. Felice Armienti, radiologo, ha raccontato la propria esperienza con le leggi biologiche e come arricchiscono il suo modo di lavorare quotidiano.
Si è trattato anche di TAC cerebrali e di focolai di Hamer.

Il video che segue è tratto dal Simposio sulle 5 Leggi Biologiche, tenuto il 25 Marzo 2017 a Milano e organizzato da Associazione Salute Attiva Onlus. Durata: circa 30 minuti.


Invalidità da vaccino obbligatorio: perchè il risarcimento è dovuto. E perchè saranno sempre più numerosi.

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Invalido dopo vaccino anti-polio, per Cassazione deve essere risarcito
Dopo la diagnosi di encefalopatia epilettica con grave ritardo psicomotorio e del linguaggio, il genitore del paziente si è costituto in giudizio dinanzi al Tribunale di Treviso contro il ministero della Salute per ottenere il riconoscimento dell'indennizzo. 
Il Tribunale ha disposto una consulenza tecnica che ha confermato il nesso di causalità tra le patologie insorte e le vaccinazioni, condannando il dicastero al pagamento dell'indennizzo previsto dalla legge 210/1992.
Fonte: AdnKronos

Questa notizia è di poche settimane fa.
In questo periodo in cui si minacciano leggi coercitive che estenderebbero l'obbligatorietà di assunzione di un largo ventaglio di farmaci vaccinali finora solo raccomandati (in Toscana già le scuole materne richiedono che al bambino siano stati somministrati ben 13 vaccini: poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, haemophilus B, meningococco C e B, pneumococco, morbillo, rosolia, parotite, varicella), è scontato che questa notizia faccia rumore e la sentenza diventi un precedente importante.

Ora vediamo perchè le sentenze sono necessarie, perchè i contenziosi oggi non si possono risolvere sul piano scientifico, e quindi perchè sono e saranno i giudici e non gli scienziati ad occuparsi di queste questioni.


PERCHÈ TANTA POLEMICA INTORNO AI VACCINI: LA BASSA QUALITà NELLE EVIDENZE SCIENTIFICHE

Cominciamo con il chiarire che parlare di "vaccini" in modo generico non si deve e non si può: la valutazione di benefici e rischi si fa su un singolo e preciso farmaco, non su un concetto.
Alcuni prodotti saranno efficaci, altri meno; alcuni prodotti saranno sicuri, altri meno.
Se lo scontro popolare "vaccini sì, vaccini no" ha un senso, va cercato prevalentemente nella volontà di un individuo (anche quando rappresenta un'istituzione) di mantenere e alimentare una polemica irrazionale.

Tuttavia questo scontro generalizzante ha anche una radice razionale, ed è il motivo per cui si protrae nel tempo senza trovare soluzione.
Se a livello chimico "vaccino" non ci dice granchè di cosa stiamo parlando, a livello di norme giuridiche si può fare una generalizzazione: infatti, fino al 1988 "i produttori di vaccini sono stati a lungo oggetto di obblighi legali, radicati nei principi fondamentali della legge sulla responsabilità dei prodotti".
Con il Vaccine Act entrato in vigore quell'anno in USA (National Childhood Vaccine Injury Act), tutti i farmaci vaccinali sono stati sottoposti a una regolamentazione diversa dagli altri farmaci, che si riassume in queste righe dello U.S. Code § 300aa–22 - Standards of responsibility (link ufficiale)

Nessun produttore di vaccini sarà responsabile in una causa civile per danni derivanti da un infortunio correlato a un vaccino, o di morte associata alla somministrazione di un vaccino dopo il 1° ottobre 1988, se:
- l'infortunio o la morte sono il risultato di effetti collaterali che sono stati inevitabili 
- il vaccino è stato adeguatamente preparato 
- era accompagnato da appropriate istruzioni e avvertimenti.

Insomma, cosa è successo: per tutelare le industrie che in quel periodo erano oggetto di grandi richieste di risarcimenti che avrebbero ostacolato la produzione stessa del vaccino difterite-tetano-pertosse e messo in crisi il settore, si è creato un alleggerimento legislativo intorno a questo tipo di farmaci. Con queste regole, qualunque formula vaccinale è garantita da norme sulla produzione ed etichettatura, ma il produttore non risponde di difetti di progettazione, che ricadono negli "effetti collaterali inevitabili" (fonte per approfondire), compensati a livello governativo con un indennizzo (come anche in Italia, secondo la suddetta legge 210 del 1992, indennizzo e risarcimento sono a carico del Ministero della Salute).

La situazione in cui ci troviamo oggi è che le evidenze scientifiche intorno ai vaccini sono spesso di scarsa qualità, sia per questo inghippo normativo che "allarga la manica" e allenta il principio di precauzione che è tanto caro in Europa, ma anche:
- per una tendenza più generale, sia americana che europea, ad un "mercato accelerato" nelle approvazioni farmaceutiche per consentire un più rapido ritorno degli investimenti
- per tutti i problemi strutturali nella ricerca denunciati da All Trials
- a volte è difficile, per motivi etici, testare alcuni prodotti in doppio cieco contro placebo
- quando gli studi controllati e randomizzati pre-marketing vengono fatti, accade che spesso vengano considerati sufficienti "risultati surrogati" e non risultati clinici (come l'influenza su certi marcatori invece che su risultati concreti per la salute)
- spesso non vengono eseguiti contro placebo ma contro altri farmaci o adiuvanti
- inoltre sono strettamente eseguiti dallo stesso produttore del farmaco con vincoli di riservatezza, e mai da istituti indipendenti (un noto problema di conflitto di interessi nella ricerca, ma anche nel finanziamento degli istituti controllanti (AIFA, EMA...) da parte della stessa industria controllata)
- sono poi ancora più rari gli studi sui prodotti vaccinali combinati (come l'"esavalente")
- in generale, anche quando perfettamente progettate, le ricerche non possono ricavare informazioni di lungo periodo.

Messe insieme tutte queste criticità, oggi è davvero raro che gli studi possano, in queste condizioni, esaurire le questioni di efficacia e sicurezza.
Per fare un esempio su un farmaco molto diffuso, il vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia, gli studi sulla sicurezza di cui disponiamo sono "ampiamente inadeguati".

È per tutti questi motivi che la sorveglianza post-marketing non è una questione di semplice cautela, perchè le licenze commerciali possono fondarsi su conoscenze incomplete, relegando gran parte della dimostrazione degli effetti alla sorveglianza post-marketing sulla popolazione, che diventa una parte centrale e irrinunciabile della ricerca scientifica.


LA SORVEGLIANZA POST-MARKETING (test di fase 4)

Allora quello che si fa, o si dovrebbe fare secondo il Vaccine Adverse Event Reporting System, sono i cosiddetti test di fase IV, cioè la sorveglianza post-marketing.
Significa che, poichè i prodotti seguono una procedura di controllo agevolata, ogni medico e istituzione sanitaria deve riportare tutti gli eventi avversi riscontrati sul campo per fare una valutazione a posteriori.
In Europa la farmacovigilanza non è specifica per i vaccini come in America, ma è la European Medicines Agency (EMA) che si occupa di raccogliere i dati in modo centralizzato per tutti i tipi di farmaci.


IL CORTO CIRCUITO DEL PREGIUDIZIO

Ma qui pare avvenire un corto circuito:
i vaccini sono popolarmente considerati medicinali di efficacia comprovata, spesso anche gli operatori sono convinti che siano perfettamente controllati a priori, e i media comunicano in modo perentorio "i vaccini sono i farmaci più sicuri e collaudati che abbiamo".
E lo sono, ma a livello di produzione e di etichettatura, non necessariamente di progettazione.
Visto che quando si tratta di vaccini è sempre più (ab)uso e costume ricorrere a metafore, è come dire che una deliziosa bibita a base di varichina è stata minuziosamente preparata e ben etichettata prima del commercio.

Questo pregiudizio genera una forte distorsione (bias) all'interno del percorso di ricerca di fase 4.
Ultimamente al pregiudizio in buona fede si è aggiunta un'aggressiva difesa della credibilità, da una parte dell'ordine medico e dagli organi istituzionali, che si percepisce fortemente anche per i toni tranchant espressi sui giornali (i dubbi sui vaccini sono chiacchiere e scemenze), toni categorici (con uso di superlativi come sicurissimi) e soprattutto sostenuti con argomenti generalisti senza riguardo per i farmaci specifici (i vaccini in generale).

[...] non è sufficiente il buon senso di una mamma – che vede l’epilessia manifestarsi dopo la vaccinazione e trae ovvie conclusioni – e neppure basta l’“esperienza personale” che i medici antivaccinisti in continuazione tirano fuori, perché in questo caso l’esperienza personale non serve proprio a nulla, se non a dire scemenze.
Ci vogliono anni di lavoro, esperimenti complicatissimi, studi in doppio cieco. Però alla fine di tutto, invece di vaghe e inutili falsità, come: “Nella mia esperienza l’epilessia è causata dalla vaccinazione”, oppure: “Il bambino era sano e la vaccinazione l’ha rovinato”, c’è una spiegazione, una verità scientifica, che illustra come i vaccini non causino in alcun modo l’epilessia. Insomma, è necessario un sacco di sudore, ma alla fine si ha un fatto e non un’opinione.
Dunque non fatevi ingannare dalle mamme, che magari in buona fede affermano che il loro bambino è stato rovinato dal vaccino.[...] 
Dal libro "Il vaccino non è un'opinione" di Roberto Burioni, medico e professore.
Insomma, i vaccini attualmente in uso sono efficaci e sicurissimi e non solo non hanno rovinato nessun bambino, ma ne hanno salvati molti milioni.
 
Sarebbe bene non commentare queste posizioni così contrarie non solo alle evidenze scientifiche, ma al buonsenso stesso. [...] Detto questo, paventare teorie infondate sui vaccini, che non possono essere corroborate da solide prove, e farlo in una sede istituzionale come la Sala stampa della Camera dei deputati, lungi dal fare chiarezza, non può che aumentare la confusione e il panico, in un momento di pericoloso calo delle coperture vaccinali [...]
E i dati dimostrano che gli effetti collaterali dei vaccini sono molti meno e molto meno gravi delle complicanze delle malattie che i vaccini prevengono. Tutto il resto sono chiacchiere
Dispiace che per la visibilità di un momento, o per interessi che non vogliamo neppure immaginare, si giochi con le paure della gente e con la salute di tutti. 
Dispiace che a farlo siano anche alcuni medici, sempre gli stessi, una minoranza che purtroppo riesce ad apparire e far parlare di sé ben più che la maggioranza silenziosa e prossima ai pazienti [...].
Dispiace che, per guadagnare in credibilità, si usino strumentalmente le sedi istituzionali, si distorcano a proprio uso e consumo diritti costituzionalmente protetti come quelli alla libertà di stampa e di opinione e quello della tutela della salute. 
Sui vaccini, sulla scienza, non esiste 'un'altra verità'.
Federazione Nazionale Ordini dei Medici su AdnKronos

Il paradosso è che un tale pregiudizio, rafforzato da una stizzita difesa dell'identità professionale (ben poco dissimulata), mina alla base il reporting sugli effetti collaterali: cioè la presunzione della efficacia e sicurezza a priori ostacola la raccolta dei dati
Per esempio, non è raro sentire da parte di un operatore sanitario l'asserzione "non c'è prova di laboratorio che i suoi sintomi, apparsi dopo la vaccinazione, siano effettivamente correlati con il vaccino."
E in conseguenza di queste convinzioni non sono rari i rifiuti a raccogliere certe segnalazioni sugli eventi avversi (vedi interviste a fondo dell'articolo).
L'assenza di prova nella correlazione può essere effettiva, ma la presunzione di sicurezza a priori, unita alla non obbligatorietà per i medici di notificare i casi, genera un terreno ben poco neutro per una raccolta dati realistica.

E proprio perchè le prove pre-marketing sono consapevolmente incomplete o di bassa qualità (e l'assenza di evidenza di correlazione non è evidenza di assenza), è richiesta una rigida sorveglianza post-marketing.
Allora il dato andrebbe raccolto neutro e non ignorato.
In questa pagina ci sono un po' di informazioni sulla necessità di un rigoroso sistema di sorveglianza in Europa.
Se poi in queste procedure si sovrappongono anche le manipolazioni dolose dei dati raccolti, come è avvenuto lo scorso anno in Danimarca da parte dello stesso ente di controllo (EMA), allora possiamo essere scientificamente sicuri che ogni ostentazione di sicurezza è fuori luogo.


IL NON-SENSO DELLE BARRICATE PRO-VAXX (e anti-vaxx)

Il vuoto normativo, se così vogliamo chiamarlo, genera l'illusione di una sicurezza ed efficacia assoluti in chi si identifica "ProVaxx" (tanto da volerne generalizzare tali qualità per ogni farmaco vaccinale senza distinzioni), dando per scontate le procedure di progettazione, approvazione e controllo.

Negli ultimi tempi non è stato raro di imbattermi in discussioni di una violenza esemplare, in un torrido clima di terrore e rabbia sociali, sempre più esasperati: situazioni in cui c'è chi riesce a sbattere in faccia ad un invalido (o al suo genitore) la propria supponenza "sei invalido ma non c'è prova di correlazione tra i danni e il vaccino. La successione temporale in scienza non è causalità, ignorante. Dimostrami il nesso di causa-effetto.".
Succede, davvero. E sui social network è anche peggio. A questi comportamenti va dato il giusto nome: bullismo.
Come abbiamo visto, troppi coni d'ombra non possono certamente escludere l'eventuale nesso, quando lo stesso produttore non è tenuto a studiarne diversi aspetti e non è responsabile degli effetti.

Si potrebbe avere l'impressione che questa posizione bellica di "certezza assoluta" sia propria dell'ambito istituzionale (il quale è evidente che cerca appigli solidi per affrontare le difficili scelte di politica sanitaria), o magari propria dell'ambito accademico.
E forse è un'impressione particolarmente forte nel nostro Paese, in cui il blocco mediatico è monolitico.
Tuttavia nel mondo ci sono numerose posizioni ben più sobrie ed equilibrate, come quella che abbiamo recentemente tradotto dal British Medical Journal.

In realtà anche la ricerca scientifica si sta muovendo verso una diversa flessibilità, sviluppando quella nuova branca, la cosiddetta adversomics, che svincola dalla statistica e dai generalismi le reazioni avverse dei vaccini, e si pone nuove domande sulle variabili individuali che concorrono nel delicato equilibrio tra un organismo e la somministrazione di un farmaco.
Una prospettiva decisamente coerente con il modello delle 5 Leggi Biologiche.


LA TERZA VIA

La questione allora non può ridursi alla scelta tra "eliminiamo tutti i vaccini" o "costringiamo tutti ai vaccini", in base ad un principio di precauzione individuale piuttosto che sociale (non fare i vaccini per proteggere l'individuo da una parte, fare i vaccini per proteggere la comunità dall'altra).
Perchè, già a monte della discussione, il sistema di controllo di ogni singolo prodotto farmaceutico è oggi lacunoso in ogni punto della catena di distribuzione, sia nel pre-marketing sia nel post-marketing. Allora i dati sui quali si costruiscono le discussioni sono troppo spesso inaffidabili.

La terza via è la trasparenza, oggi più che mai imprescindibile, perchè è l'unica via di uscita.

La questione etica resta pendente, specie quando si impone con la forza un intervento terapeutico che non si è potuto studiare completamente ma viene poi verificato (e non troppo rigorosamente) sulla popolazione.
Una questione molto importante, agli antipodi delle "chiacchiere", tanto da sfociare nel dominio dei diritti umani.

Ci sono abbastanza questioni sospese per comprendere il motivo per cui intorno ai vaccini ci sono così tanti attriti, e perchè le decisioni intorno a questi farmaci passano spesso per i tribunali prima ancora che dai laboratori.


UN PRECIPIZIO GIURIDICO

Da quando si è iniziato a parlare di leggi coercitive e ricatti del genere "senza vaccino non puoi andare a scuola", ho subito avuto la sensazione che l'effetto immediato sarebbe stato una catastrofe con rimbalzo anti-vaccinista, per almeno 2 motivi:
- se gli studi clinici su efficacia e sicurezza sono incompleti o con prove di bassa qualità, e per contro sono costretto ad assumere questi prodotti, qualcuno dovrà rispondere di eventuali problemi, imprevedibili perchè poco studiati.
- il secondo motivo, più importante e in prospettiva 5LB: ve li immaginate quei numerosissimi genitori terrorizzati dal vaccino che si sentiranno come in un campo di sterminio, costretti a consegnare al "boia" il proprio figlio doppiamente terrorizzato?
In questo clima vi immaginate l'impennata di crisi epilettiche, disturbi del comportamento e altre reazioni organiche che saranno imputate ovviamente al vaccino?

Sono pronti i tribunali ad accogliere questo tsunami?
Le coercizioni non sono certamente senza effetti collaterali.

È chiaro che la fiducia si conquista con la comunicazione e la trasparenza.
Ecco i Paesi europei che, nonostante le difficoltà, hanno scelto la strada della comunicazione e quelli che hanno scelto la strada della coercizione:

Vaccinazioni Obbligatorie:
Belgio(solo per Polio), Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria = 14 Paesi

Vaccinazioni Non Obbligatorie:
Austria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito = 15 Paesi

Fonte e contatti: EuroSurveillance


ULTERIORI APPROFONDIMENTI E ALTRE FONTI

Se sei arrivato a leggere fino a qui, significa che l'argomento ti sta veramente a cuore.
Allora forse puoi prenderti altri 20 minuti per seguire questa inchiesta di Report trasmessa proprio ieri 17/4/17 sulla RAI, in cui numerose interviste, sia a gente comune sia a esponenti della comunità scientifica, portano alla luce molte delle questioni sollevate in questo articolo.

Terza Legge Biologica al Simposio sulle 5LB 2017

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In seguito alla presentazione della prima e della seconda legge biologica, Paolo Sanna e il dottor Gabriele Bovina presentano e commentano la terza legge biologica.

Paolo Sanna, docente e consulente, illustra didatticamente il "sistema ontogenetico" sviluppato dal dott. Hamer e porta alcune delle proprie esperienze maturate sul campo.
Gabriele Bovina, medico, indaga le correlazioni notevoli tra il modello 5LB e i propri studi di medicina, lasciando aperte alcune interessanti domande per la ricerca del futuro.

Il video che segue è tratto dal Simposio sulle 5 Leggi Biologiche, tenuto il 25 Marzo 2017 a Milano e organizzato da Associazione Salute Attiva Onlus.
Poichè siamo nel periodo della dichiarazione dei redditi, è possibile sostenere i progetti di Salute Attiva con il 5 per mille, semplicemente portando il codice 90053960473 al proprio commercialista.

Durata del video: circa 50 minuti

Fake news ed epidemia apparente di meningite

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"Fake news"è un concetto che non ha fatto in tempo ad affiorare alla consapevolezza popolare, che è già un termine abusato e distorto dai generalismi.

Allora possiamo essere più precisi e riconoscere almeno 3 tipi di "falsi":
Notizie False, cioè articoli che contengono intenzionalmente fatti falsi con lo scopo di ingannare e attrarre visualizzazioni. Esistono siti specializzati con lo scopo del business pubblicitario.
"Amplificatori Falsi", cioè attività coordinate da profili social non autentici, con l‘obiettivo di manipolare la discussione pubblica. Questa manipolazione organizzata avviene anche da parte di enti governativi, come ha svelato il recente report di facebook)
Disinformazione, cioè contenuti intenzionalmente inaccurati o manipolati

Oltre questi tre, c'è il livello naturale e largamente maggioritario di "informazione plurale", che esiste perchè la "verità" non ha mai una sola faccia, ed è contaminato variamente da diversi gradi di manipolazione intenzionale, intrinseca nel punto di vista parziale dell'autore.
In un botta e risposta costante tra le diverse parti che osservano e commentano un fenomeno, anche chi si erge al ruolo di "fact checker" mette necessariamente un'intenzione parziale.

Senza voler entrare troppo nel dettaglio, voglio portare l'attenzione sul tamburo che in questi giorni, e da diversi mesi, batte con costanza sui casi di meningite in Italia: infatti non c'è settimana in cui il tema non entri nelle pagine dei quotidiani.

Oggi
Milano, un caso di meningite a scuola: vaccino per mille studenti
Fonte: Repubblica

Settimana scorsa
Meningite, due bambini ricoverati
Fonte: Corriere del Veneto

Due settimane fa
Meningite, nuovo caso nel Pisano
Fonte: Corriere

E così via: una rapida ricerca in Google News può dare un'idea della persistenza.

In alcuni periodi si parla di "epidemia", in altri semplicemente si segnalano le diagnosi.
A parità di condizioni, negli anni passati non c'era una tale copertura mediatica sui singoli casi di diagnosi (addirittura spesso è sufficiente il sospetto non certificato a fare notizia) ma, è evidente, la polemica sui vaccini obbligatori tiene alta l'attenzione. 
La semplice anomalia della copertura mediatica, mantenuta anche da fonti ritenute affidabili, produce il risultato di un'informazione che, volente o nolente, passa sotto pelle sbilanciando in modo molto netto la percezione della realtà. 
Diciamo sbilanciando, ma in questo caso possiamo dire tranquillamente distorcendo.

Infatti, proprio rispetto all'apparente epidemia di meningite, circa 3 mesi fa abbiamo proposto il nostro "fact checking", attraverso il quale si comprende quanto sia necessario che l'informazione sia e resti plurale, che non sia sufficiente un "marchio di affidabilità"(per quanto possa aiutare) e che un certo grado di intenzionalità manipolatoria è connaturato ad ogni livello della comunicazione.

Di 5LB Magazine


P.S. Non a caso, quando le notizie si prendevano esclusivamente dai giornali, ci si portava al bar almeno 2 o 3 diverse testate giornalistiche con l'esplicito obiettivo di leggere numerosi punti di vista e farsi l'idea più ampia possibile sui fatti.
Oggi invece è necessario fare molta attenzione agli algoritmi dei nostri servizi digitali (reti sociali, assistenti personali, motori di ricerca...) che tendono a proporre un'informazione cucita sui propri gusti e, di conseguenza, con una visione sempre più stretta e limitata.

Quarta Legge Biologica al Simposio sulle 5LB 2017

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Al Simposio sulle 5 Leggi Biologiche dello scorso marzo abbiamo voluto cercare di fare chiarezza intorno alla prima, alla seconda, alla terza legge. E ora proponiamo il video sulla quarta legge.

Sugli sgabelli del Simposio questa volta ci sono io, Mauro Sartorio, e il dott. Gianni Giannella, odontoiatra.
Abbiamo fatto una "chiacchiera" sul pensare la scienza e i dati scientifici, su come si è sviluppata nella storia l'idea di "agente patogeno"; quindi abbiamo analizzato alcune incongruenze irrisolte intorno all'azione dei microbi e abbiamo osservato come il pensiero del dott.Hamer si inserisca in questo periodo storico aprendo ad un nuovo orizzonte di ricerca.

Il video che segue è tratto dal Simposio sulle 5 Leggi Biologiche, tenuto il 25 Marzo 2017 a Milano e organizzato da Associazione Salute Attiva Onlus.
Poichè siamo nel periodo della dichiarazione dei redditi, è possibile sostenere i progetti di Salute Attiva con il 5 per mille, semplicemente portando il codice 90053960473 al proprio commercialista.

Durata del video: 45 minuti
Attenzione alla "ghost track" a fine video...


Contrordine: 'È importante rinunciare alla protezione solare'

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Se è vero che il modello 5LB ci offre un'interpretazione delle cose che si approssima molto più di altri alla realtà, dobbiamo solo aspettarci che il tempo riporti all'ovile le numerose prospettive divergenti.

In questi giorni è stato pubblicato in una rivista americana uno studio di revisione sull'effetto che le creme solari hanno sulla sintesi della vitamina D.
I risultati mostrano che le creme, specialmente quelle ad alta protezione, impediscono il metabolismo della vitamina e contribuiscono alla diffusa carenza della stessa nella popolazione.

La diffusa carenza di vitamina D probabilmente dovuta all'uso di creme solari
Fonte: American Osteopathic Association
Fonti in italiano: Corriere, Diario del Web

Un po' contro corrente, i ricercatori invitano a "rinunciare alle protezioni solari", in questo senso:
«Le persone spendono sempre meno tempo all’aria aperta, e quando lo fanno di solito indossano una protezione solare, che annulla sostanzialmente la capacità del corpo di produrre vitamina D – spiega la prof.ssa Pfotenhauer – Mentre noi vogliamo che la gente si protegga contro il cancro della pelle, ci sono sani, moderati livelli di esposizione al sole senza protezione che possono essere molto utili nello stimolare la produzione di vitamina D».
[...] per stimolare la produzione di vitamina D sono sufficienti anche solo pochi minuti di esposizione al sole (da un minimo di 5 a circa 30 minuti a mezzogiorno) due volte a settimana. 
Durante queste esposizioni alla luce solare, però, «è importante rinunciare alla protezione solare, perché SPF 15 o superiore diminuisce la produzione di vitamina D3 del 99%»

In sintesi: non vogliamo che le persone rinuncino a proteggersi, ma senza abusarne perchè, ogni qualvolta si intervenga su processi biologici, ci sono effetti collaterali da considerare.

È evidente che le protezioni sono molto utili all'essere umano civilizzato, che spesso non vede la luce del sole per 3 stagioni e poi, di colpo, si espone alle radiazioni più forti dell'anno nei suoi sudati 15 giorni di ferie.
È anche chiaro che siamo molto esposti al terrore del cancro della pelle, alimentato dai media e da credenze più o meno scientifiche, e anche in questo caso le creme solari sono ottime protezioni per le percezioni biologiche più viscerali (che qui sappiamo non essere indifferenti).
Su questo ultimo punto, tuttavia, la letteratura scientifica (aggiornata a luglio 2016) non ci offre molta chiarezza, anzi...nonostante le poche prove di qualità disponibili (ne sarebbero necessarie maggiori), pare che usare una crema solare o non usarla non faccia differenza sull'incidenza del tumore della pelle. Fonte: Cochrane
Questo risultato, osservato con le leggi biologiche, di certo non ci meraviglia.

Qualche anno fa scrissi un articolo che provava a osservare il fenomeno dell'abbronzatura e delle relative scottature dal punto di vista delle 5 Leggi Biologiche.
Ne è uscito qualcosa di interessante, molto coerente con questi ultimi studi.
Ti invito a leggerlo:

Fa bene o fa male? Il sole sulla pelle

Quinta Legge Biologica al Simposio sulle 5LB 2017

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Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato i video del primo Simposio sulle 5 Leggi Biologiche che si è tenuto a Milano il 25 Marzo 2017, organizzato da Associazione Salute Attiva Onlus in collaborazione con la Formazione Professionale 5LB e il 5LB Magazine.

Qui la prima, la seconda, la terza e la quarta legge.

Oggi presentiamo la quinta legge biologica, che riassume l'essenza delle scoperte del dott.Hamer in un enunciato, tanto semplice quanto capace di stravolgere alle fondamenta la biologia e la medicina.
Semplice perchè si tratta, in fondo, solo di un cambio di prospettiva. Tuttavia, come spesso accade, si tratta di un cambio culturale che necessita di molto tempo e lavoro per essere "digerito".

In questo video Sara Condemi e il dott. Mauro Campigotto illustrano il "senso biologico della malattia" attraverso la propria esperienza personale.

Durata circa 30 minuti


Una medicina di pace e il punto di vista di chi è guarito - Simposio 5LB 2017 [VIDEO]

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Al primo Simposio sulle 5 Leggi Biologiche abbiamo presentato le 5 leggi nella forma di dialoghi: qui di seguito la quinta legge e all'interno i link alle altre quattro.

Nello stesso Simposio ci sono stati altri due interventi in forma di conferenza: il primo è di Mark Pfister, che introduce l'idea di una "medicina di pace", in cui tutti gli strumenti disponibili siano accessibili, e che in più sia adiuvata - ovviamente lo auspichiamo - da quella verificabilità, riproducibilità e prevedibilità che le leggi biologiche apportano al mondo medico.

Durata del video circa 50 minuti




Il secondo è di Luciana Giordo, che presenta i risultati della propria esperienza sul tema della "malattia" e della "guarigione"; con un suo articolo su 5LB Magazine nella monografia LE RECIDIVE, Luciana già ci aveva permesso di togliere il velo sul mondo delle "remissioni spontanee".
Il Simposio ha ospitato il suo approfondimento sugli aspetti che accomunano i "guariti" e su quel filo rosso che tutti, ma proprio tutti, seguono: un profondo processo di trasformazione.

Durata del video circa 40 minuti



Se anche agli uomini sarà proposta la mammografia

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Notizia di oggi: 

Tumore al seno per gli uomini: "Più rischi di quello alla prostata" 
Il rischio e la prevenzione non riguardano solo le donne. Anche gli uomini devono fare i conti con il tumore al seno
Dal punto di vista 5LB è chiaro che un seno, che sia di maschio o di femmina, ha tutto il diritto di reagire con la sua fisiologia speciale
A maggior ragione se pensiamo che anche le vestigia di tessuti arcaici si attivano ancora oggi (vedi dotti tiroidei e archi branchiali).

Dal punto di vista del rumore mediatico vanno invece considerate le conseguenze della notizia, la quale non invita a fare controlli compulsivi ma riporta dati oggettivi di studi particolari; tuttavia, poichè il clima emotivo intorno ai tumori non è neutro, potrebbe di certo spaventare innescando una pericolosa corsa alla prevenzione da parte di individui sani. 
E la sanità non è affatto immune alla pressione della domanda popolare.

È allora il caso di cogliere l'occasione per ricordare che il tema degli screening è oggi estremamente controverso, che molti Paesi hanno ripensato i propri programmi o li stanno ripensando perchè inefficaci, ma soprattutto che diagnosi precoce non è uguale a controllo a tappeto della popolazione (semmai segnalazione precoce di un sintomo), né che più prevenzioneè uguale a più salute.

Recuperiamo l'evidenza dei dati sugli ultimi decenni di screening mammografici
La prevenzione mammografica può essere inutile se non dannosa

Quando la psiche è più forte di un farmaco

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Quanto influisce la percezione personale sulla biologia e, quindi, sulle cosiddette malattie?
Quanto influisce la percezione psichica che si ha nei confronti di un trattamento terapeutico?

In questo sito non possiamo essere prudenti né fare sconti: 100%

Sappiamo quanto sia importante l'effetto placebo, ma ciò nonostante osserviamo quanto oggigiorno sia considerato solo un riferimento nei gruppi di controllo, il che significa cheè equiparato ad un valore nullo.
Il placebo ha insomma un problema di dignità e reputazione, tanto che non è etico per un medico prescrivere un placebo, né è etico prescrivere alcun farmaco considerato alla pari di un placebo (vedi il furioso dibattito intorno all'omeopatia).

Fatto sta che quando qualcuno, invece di studiare un principio attivo nei confronti di un placebo, mette l'attenzione della ricerca sul placebo stesso nei confronti di nessun trattamento, si scoprono cose sbalorditive.

È il caso di questo studio che affronta il trattamento della "sindrome da intestino irritabile": i risultati dell'assunzione di un placebo sono molto buoni in confronto al non fare nulla.
Ma la cosa più sorprendente è questa: il paziente sa perfettamente che non sta assumendo alcun principio attivo!
Il paziente che viene precedentemente informato di assumere una medicina "finta", dopo il trattamento sta meglio.
Fonte: RCT su PlosONE

Dello stesso tenore questo altro studio sulla cosiddetta "sindrome da iperattività e deficit di attenzione". Fonte: PubMed
E quest'altra interessante ricerca sul dolore che abbiamo approfondito proprio su 5LB Magazine - È impossibile eppure funziona: lo studio sull'effetto placebo.

Ma giusto un mese fa è stata eseguita una più importante meta-analisi che raccoglie tutte queste ricerche (e ne servirebbero certamente altre) sugli effetti dei placebo esplicitati (open-label cioè, ripetiamo: il medico prescrive una medicina dicendo al paziente che non c'è dentro niente), analisi che ha coinvolto sintomi che vanno dall'intestino irritabile, alla lombalgia, alla depressione.
Le prescrizioni di placebo - anche se comunicati come tali - sono risultate trattamenti efficaci.

Effetti del placebo senza "cieco", comparati con nessun trattamento: una revisione sistematica e meta-analisi
Fonte: PubMed

Per i ricercatori è arduo spiegare il fenomeno, che ricade naturalmente in prima istanza sul livello biochimico, tirando in causa il subconscio e la probabile maggiore produzione di endorfine e dopamina.
Una spiegazione plausibile ma parziale, che qui non può certo bastarci in termini eziologici.

Piuttosto ci domandiamo: quanto potrà ancora essere fruttuoso indagare il dettaglio chimico, dibattere sui principi attivi con quell'ossessione compulsiva tipica di una ricerca strettamente tecnologica, ripiegata su se stessa, senza concedersi di aprire il campo a nuovi spazi teorici e a modelli che consentano di affrontare in modo scientifico gli aspetti psichici dell'essere umano?
Oggi e a queste limitate condizioni, tali fenomeni risultano poco e parzialmente spiegabili, e per questo restano relegati in un ambito marginale, spesso trattati come "stranezze eccezionali".

Tanto che in America sui prodotti omeopatici appongono l'etichetta "non funziona": eppure, anche senza discutere la validità dell'idea di "informazione subatomica" - propria dell'omeopatia - ma solo in considerazione di questi studi basati sul principio attivo, l'etichetta dovrebbe invece riportare "funziona ma non sappiamo perchè". (E comunque anche se mi dici che non funziona è probabile che mi giovi lo stesso).

Tuttavia la comunità medica più integra, quella che persegue i propri valori etici fondanti, ha esperienza da sempre di questi meccanismi, e sa che c'è molto di utile anche senza doverseli spiegare: perchè una pillola non contiene solo principi attivi, ma trasferisce comunicazione, accudimento, fiducia e tutto quello che un rapporto umano porta con sè.

Quando la scienza diventa un tracotante atto di fede religiosa

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Siamo in piena "notte del mondo", e le vestigia della scienza corrono precipitose verso il fanatismo religioso.
In questo periodo ce ne accorgiamo ogni giorno di più, e la scienza medica pare quella che ne sta subendo maggiormente le conseguenze.

Poiché all'incredibile corsa della tecnologia, e alle aspettative che vi si ripongono, non corrisponde un avanzamento altrettanto corposo e rapido delle conoscenze in medicina, né soprattutto un pari miglioramento dell'efficacia dei trattamenti terapeutici, emerge qua e là la tentazione di rifugiarsi in dogmi e atti di fede che possano rappresentare solidi riferimenti.

Così nel dibattito pubblico e politico sui temi della salute le "evidenze scientifiche" diventano icone indiscutibili alla stregua di monoliti sacri, inaccessibili da chi non è parte della casta sacerdotale.
Questa particolare reazione è palese, a tratti violenta, e racconta di grandi scogli e di fallimenti.

Gli stessi operatori si trovano in forti difficoltà, perchè il dogma chiude in un angolo sempre più buio "scienza e coscienza".
Tuttavia si tratta di un fenomeno molto visibile, certamente, ma solo perchè è in superficie.

Al di sotto della superficie si muovono con ragione e sobrietà forze autentiche, fondate sui valori più solidi. Una corrente che si oppone alla corsa tecnologica fine a se stessa e al dogmatismo paternalistico che impone certezze scientifiche surreali, è quella che alcuni chiamano "Slow Medicine".

Richard Smith, ex editor del British Medical Journal, tratta dell'argomento sulla medesima rivista in modo molto chiaro e schietto. Ne riporto la traduzione letterale:

L'argomento Slow Medicine

Le caratteristiche dei sistemi sanitari sono la complessità, l'incertezza, l'opacità, le misurazioni scadenti, la variabilità nella presa delle decisioni, l'asimmetria nell'informazione, i conflitti di interesse e la corruzione.
Questi sono quindi una scatola nera ampiamente incontrollabile, dice Gianfranco Domenighetti dell'Università della Svizzera Italiana al meeting di Bologna La Sanità Tra Ragione E Passione. Il meeting si è tenuto per celebrare la vita e il lavoro di Alessandro Liberati, il fondatore del Cochrane Center italiano, che è mancato l'anno scorso (2011).

Solo l'11% di 3000 prestazioni cliniche hanno buone evidenze a loro supporto, dice Domenighetti [ La fonte è il BMJ Evidence Center: Clinical evidence Handbook 2012 - NDT]. 
Un terzo delle attività del sistema sanitario negli Stati Uniti non produce benefici, dice uno studio recente del New England Journal of Medicine.
Metà di tutte le angioplastiche non sono necessarie. 
Qualcosa come 153 milioni di Euro al giorno sono persi in corruzione nei sistemi sanitari europei.
I quattro quinti (80%) dei nuovi farmaci sono copie di vecchi farmaci.
Gli screening stanno creando malattie come il carcinoma duttale in situ.
La maggioranza dei medici (80-90%) hanno preso "tangenti" da aziende farmaceutiche, malgrado molti possono non vedere le loro biro gratis, i pranzi e i viaggi sovvenzionati come tangenti (cosa sono allora?).
Tra il 15% e il 40% degli articoli sulle riviste scientifiche hanno "autori fantasma" (ghostwritten).
La metà degli studi clinici non sono pubblicati, e c'è una distorsione sistematica che avvantaggia i risultati positivi che suggeriscono che i trattamenti studiati, tipicamente farmaci, sono più efficaci e sicuri di quello che sono in realtà.

E su questo sfondo, più di quattro quinti (80%+) delle persone nella maggioranza delle nazioni pensa che la medicina sia una "scienza esatta o quasi".
In uno studio pubblicato negli Annals of Internal Medicine quasi il 90% dei pazienti che sono sottoposti a interventi di angioplastica coronarica pensano che questo possa ridurre le probabilità di avere un infarto, quando invece non è vero. A domande su vari scenari, quasi la metà dei cardiologi andrebbe avanti con interventi angioplastici anche quando crede che non ci siano benefici per il paziente. [Alcune evidenze recenti su 5LB Magazine - NDT]

È giunto il tempo, dice Domenighetti, di scoperchiare la scatola nera della sanità
Incoraggiare l'alfabetizzazione alla salute [un articolo di 5LB Magazine a riguardo - NDT] sembra essere una via per farlo, ma Domenighetti pensa che questo sia "vino vecchio in bottiglie nuove". Abbiamo bisogno, dice, di incoraggiare un sano scetticismo sul mercato della salute e aiutare le persone a comprendere che la medicina è lontana dall'essere una scienza esatta.
I dati dovrebbero essere pubblicati esponendo le variazioni nella pratica, la corruzione e i conflitti di interesse. Noi dovremmo spiegare che la salute dipende prevalentemente da fattori esogeni e non dal sistema sanitario.
E alle persone si dovrebbero dare strumenti pratici per promuovere la propria autonomia - strumenti come l'accesso a informazioni "evidence based".

Domenighetti ha concluso il suo intervento indicando il sostegno alla campagna Choosing Wisely che in USA raccoglie organizzazioni di professionisti che identificano interventi che offrono poco o nessun valore.
Una campagna simile ma più vasta di Slow Medicine è in corso in Italia, e io non ho dubbi che la "medicina lenta" sia la migliore medicina per il 21esimo secolo.

Abbiamo bisogno di venir fuori da ciò che Ivan Illich chiamava la ybris [tracotanza] della medicina.
Fonte: BMJ, traduzione di Mauro Sartorio


In completa adesione a questi principi, il 5LB Magazine incoraggia lo studio delle leggi biologiche come strumenti pratici per promuovere la propria autonomia, favorisce strumenti come l'accesso a informazioni "evidence based" e organizza e promuove le attività di Salute Attiva Onlus, socio istituzionale di Slow Medicine.

Le convulsioni dopo la vaccinazione secondo le leggi biologiche [VIDEO]

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Noi non possiamo sapere se certi metalli o certe combinazioni di sostanze in ogni specifico farmaco possano essere nocive, finché non ne vengano fatti studi tossicologici specifici e rigorosi.

Invece conosciamo molto bene, perchè ne siamo specializzati, i meccanismi della percezione e le relazioni di questa con i processi fisiologici, gli effetti iatrogeni del "modo" in cui si assume un farmaco, gli effetti placebo e nocebo.

Un medico che conosce le 5LB senza dubbio tende a mettere più attenzione a questo ambito largamente trascurato tuttavia, va detto, l'esperienza di una medicina millenaria applicata con la migliore etica, anche senza comprendere questi fenomeni fino in fondo, può essere più che sufficiente a prendersene cura con grande rispetto. 

Facciamo un esempio concreto: può fare differenza il modo in cui si somministra un vaccino?
Quale potrebbe essere la correlazione eziologica tra la vaccinazione ad un bambino e una crisi epilettica avvenuta nelle ore successive?*

Dopo la febbre alta, la convulsione è l’evento grave più registrato.* 
La “convulsione” si manifesta con contrazioni muscolari che in gergo 5LB chiamiamo CE, ovvero Crisi Epilettoide/Epilettica.


Per cominciare: cos'è una crisi epilettica?

Sulla curva bifasica si tratta di una CE della conduzione motoria a innervazione dalla corteccia cerebrale. Si manifesta con contrazioni tonico-cloniche sia di singole aree muscolari, sia più generalizzate al corpo intero.
La fisiologia speciale della conduzione motoria entra in gioco in reazione ad un improvviso “movimento bloccato, impedito”



Ora osserviamo nel video riportato in fondo all'articolo

- un esempio di Crisi Epilettica in natura: un impala agguantato da un leopardo, non avendo possibilità di scampo, reagisce sia con una fisiologia speciale frequente in questi casi, detta “morte apparente”, sia con la fisiologia speciale della motricità nell’impedimento a muoversi e alla fuga
Quando il leopardo lascia la morsa e si allontana, l’impala riprende lentamente la fisiologia normale, e la crisi epilettica di molti dei suoi muscoli ne è un sintomo.

- A questo esempio segue quello di "movimento impedito", vissuto con una percezione di enorme intensità - possiamo dire “ai limiti della sopravvivenza” - da un bambino molto piccolo e indifeso durante una vaccinazione eseguita in modo piuttosto meccanico. 
Senza paragonare l’intento del leopardo con quello di un infermiere che vaccina, stiamo parlando della pura sensazione viscerale che un bambino può provare sentendosi braccato, nel dolore, costretto nella morsa di sconosciuti e magari allontanato dalle braccia sicure della mamma. 
Se inoltre il bambino avesse già vissuto esperienze drammatiche di “movimento impedito” in qualche fase della sua vita, intra o extra-uterina, allora, in quella specifica circostanza di costrizione si riattiverebbe il “binario” e una possibile esasperazione delle reazioni di fisiologia speciale motoria.

[stiamo parlando a titolo esemplificativo e non sappiamo se il bambino nel video abbia avuto una qualsivoglia reazione avversa. Ricorda: non è l’evento in sè che produce fisiologia speciale, ma è la percezione soggettiva dell’evento. Inoltre, in caso di reazione motoria a seguito di un vaccino, il "movimento interrotto" potrebbe essere stato sperimentato in tutt'altra circostanza: ogni caso è specifico e unico] 

- Nel video successivo assistiamo ad un approccio diverso su di un bambino di un’altra età con il quale si può interagire, ma è importante prestare attenzione alla profonda differenza di atmosfera nel vissuto: un approccio cosciente e molto rispettoso del percepito "emotivo", offerto in esempio da un medico che dimostra grande esperienza, pazienza, delicatezza e passione per il proprio lavoro.
Se molti potranno riconoscere che c'è qualcosa di speciale in un tale comportamento, conoscendo le leggi biologiche diventa anche razionalmente molto chiaro ed esplicito. 
Si può fare!



Autori: Eleonora Meloni e Mauro Sartorio


*Dagli ultimi dati AIFA sugli eventi avversi da vaccinazione nel 2015 in Italia, si evincono alcune informazioni sulle “convulsioni”: nel 2015 il sistema di farmacovigilanza (passiva) ha rilevato sul solo vaccino esavalente 33 casi (sottoposti a criteri di conferma sul nesso causale) su un totale di 1.400.000 dosi vendute (circa una crisi ogni 42.000 dosi). Le crisi sarebbero quindi un evento piuttosto raro.
Nello stesso rapporto AIFA compare anche uno studio di coorte del 2014 più significativo, perchè è un progetto di sorveglianza attiva cioè viene richiesto attivamente ad ogni genitore un riscontro nei giorni successivi alla somministrazione: il Veneto ha dunque rilevato sul vaccino morbillo-parotite-rosolia-varicella un’incidenza di 1 caso di convulsione ogni 600 dosi circa.

Vaccìnati. E tieni sempre aggiornato l'antivirus del computer

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Sospendiamo per questo articolo alcuni principi della terza e quarta legge biologica e usiamo le etichette diagnostiche così come sono conosciute, senza fare distinzioni tra tessuti e origini embrionali. Così come anche per i concetti di "trasmissione" e "contagio".
Perchè oggi la questione di rilievo, ancora prima di discutere il paradigma di base, ricade in un problema di comunicazione e di informazione frammentata, a causa di innumerevoli motivi che sono intrinseci al modello attuale.

Siamo nel periodo più tecnocratico della storia e così, drogati di tecnica, la vita è pervasa da forme di pensiero e modi di essere che riflettono i tempi.

C'è chi vorrebbe inserti bionici per vivere meglio.
C'è chi è così tanto terrorizzato dalla malattia che si sottopone a check-up completi e regolari, nonostante siano inutili e probabilmente pericolosi.
C'è chi si fa una mammografia all'anno nonostante sia decisamente più rischioso farla piuttosto che non farla.
Nella paura c'è chi si inietterebbe qualsiasi cosa che prometta protezione dalle malattie, anche quando non ci fossero prove sufficienti sull'efficacia o la sicurezza (in particolare per i vaccini questi dati si deducono dopo anni di fase IV, cioè di vigilanza, e ben pochi prodotti hanno compiuto in modo soddisfacente tale percorso).
È certificato che il fanatismo tecnologico ha prodotto e produce nuove malattie.

Tratto dal libro World Scientific Handbook
of Global Health Economics and Public Policy
su dati del BMJ - Clinical Evidence Handbook 2011, 2012 e 2013
Lo sforzo degli ultimi anni di chi cerca di elaborare e fornire evidenze cliniche in modo sistematico è titanico, perchè in questo periodo storico ben l'89% delle prestazioni sanitarie di uso corrente NON è fondato su chiare prove di efficacia.
Incredibile? È una bufala?

La valutazione di un farmaco, per esempio, non è fatta con uno studio dell'azienda produttrice, con un controllo delle agenzie governative e fine della storia: questa è una visione naif.
La suddetta rappresenta infatti la sola procedura di commercializzazione, che quasi mai ne determina la concreta efficacia e sicurezza, ed è sempre meno determinante perchè le agenzie di controllo stanno tendendo ad accelerare le procedure di approvazione dei prodotti (che cos'è la fast track).

Non dovremmo essere quindi, come invece siamo, in un dibattito tra paladini della scienza e dell'anti-scienza, ma in una discussione critica sulla conoscenza, su ciò di cui la scienza realmente dispone.
E oggi circa il 90% delle cose che facciamo non sappiamo bene se funziona o sarebbe meglio sospenderlo. In parte lo supponiamo, ma per una buona metà non si sa affatto e si fa per consuetudine. Allora un medico, come minimo, di mestiere fa l'11% di scienza e l'89% di coscienza.

"Fidati della scienza", "non c'è nessuna libertà di scelta perchè la scienza ha già dimostrato tutto", le metafore sui vaccini con le macchine che vanno contromano senza freni e ogni altro assolutismo...sono slogan risibili ma non sono argomenti, a meno che l'obiettivo di chi li enuncia non sia impressionare gli impressionabili e fondare un credo religioso.


L'ANTIVIRUS DEL COMPUTER DEVE RESTARE SEMPRE AGGIORNATO

Siamo nella società della tecnica, e le categorie di pensiero vanno di pari passo: se è vero che non aggiornare l'antivirus e il sistema operativo del computer espone a rischi, lo stesso principio dovrà essere vero anche per il corpo umano...
È su questa concezione che a livello popolare attecchisce con grande facilità l'illusione che "il vaccino", entità mediaticamente astratta dalla specificità del singolo farmaco, sia uno strumento che rende immune il "sistema operativo" sociale.
Anche le istituzioni parlano di un innalzamento generico delle coperture vaccinali per avere "immunità di gregge".
https://goo.gl/f1FisO
Ma l'immunità di gregge è una teoria, che tra l'altro sta mutando molto rapidamente: dagli anni 60 a oggi siamo passati dall'ipotesi che il 55% di copertura della popolazione fosse sufficiente, al 95% odierno, passando per il 70%, 75%, 80%, 83%, 85%, 90%. Nessun livello ha mai reso l'effetto auspicato.
Oggi, come vedremo, ci si accorge che anche un irrealistico 100% non sarebbe sufficiente.
La teoria del gregge sembra non riuscire a trovare conferme nei dati sperimentali.

Presa coscienza dell'incertezza nella quale ci muoviamo e che "scienza"è spesso percepita non per quello che è - un tortuoso percorso di scoperta - ma come un essere mitologico surreale (e come tale viene brandita strumentalmente)... ora va rispettata la paura delle persone che, in questo sito lo sappiamo meglio che altrove, non è indifferente per la biologia.


TUTTI I VACCINI PER ESSERE IMMUNIZZATI
(capitolo molto lungo, solo per interessati. Altrimenti saltare al capitolo successivo)

Allora entriamo nel dettaglio e qui ho raccolto alcune informazioni necessarie per chi ripone fiducia e si sente più sicuro assumendo prodotti che immunizzano dalle malattie.
Varie fonti su quello che funziona, quello che forse no, quando, perchè e verifiche sull'effetto gregge: poichè l'89% è in un cono d'ombra, saranno sempre plausibili studi che si contraddicono.

Questi nell'immagine sono i 18 vaccini disponibili e la fonte è il sito VaccinarSì.

Polio
Come per tutti i vaccini, gli studi pre-marketing in genere vertono sulla risposta anticorpale e non sono in grado di stabilire una reale efficacia clinica.
Sulla polio quindi non ci sono molti dati per valutare se il vaccino in commercio sia efficace, se non spuri e confrontati con il vecchio OPV orale, che è stato accantonato perchè infettava il ricevente.
Quello in commercio oggi (IPV vaccino inattivato, unico rimasto nei paesi industrializzati) sembra non produrre "immunità di gregge", perchè in questo studio in cui si è potuto osservare insieme gruppi di controllo con vaccino OPV e IPV, si è osservata una pari diffusione di virus "vivi". Fonte: NEJM

Per i suddetti motivi di precauzione personale, il vaccino anti-polio è raccomandato ai bambini nelle dosi previste (4 dosi: al 3° mese, 5° mese, 11° mese, 5 anni) e agli adulti che possono essere a maggior rischio perchè viaggiano in aree del mondo dove la polio è presente, o per motivi professionali sono in contatto con il virus.
In questi casi, se il soggetto non è mai stato vaccinato sono raccomandate 3 dosi in un anno.
Se ha già ricevuto 1 o 2 dosi in passato deve ricevere le rimanenti 1 o 2 dosi, senza tener conto dell’intervallo di tempo dall’ultima dose.
Se ha fatto 3 o più dosi in passato deve comunque ricevere una ulteriore dose di richiamo.

Tetano
Il tetano si presenta con ferite profonde ma è niente affatto contagioso, per cui l'inoculazione ha un fine strettamente di protezione personale e non "immunizza" i luoghi pubblici.
Il vaccino si richiama in caso di ferite sospette, e in ogni caso chi vuole essere protetto deve fare un richiamo ogni 10 anni.

Difterite
Il vaccino antidifterico (contenuto nel trivalente Difterite-Tetano-Pertosse e nell'esavalente) è concepito per contrastare una tossina prodotta dal batterio Corynebacterium diphtheriae, ma non la sua trasmissione e colonizzazione.
Perciò anche questo vaccino, nonostante la bassissima incidenza, ha un fine preventivo personale e non influisce sulla sicurezza degli spazi pubblici.

Da notare nell'immagine a lato i 6 casi tra il 2000 e il 2014: 5 su 6 erano vaccinati. Fonte: Istituto Superiore di Sanità
Come per il tetano, la sua efficacia scende nel tempo e necessita di richiami ogni 10 anni. Fonte: immunize.org

Pertosse
Il vaccino per la pertosse detto "acellulare" ha sostituito quello a "cellule intere" ritirato nel 1990 per i forti e numerosi eventi avversi. Fonte: PubMed 
Ma se appare efficace nel contenere i sintomi, non è invece efficace nel contenere la trasmissione, quindi non produce "immunità di gregge". Fonte: PubMed
Come se non bastasse, recentemente è sorto anche il problema della mutazione del batterio, per cui si è rilevato che le persone vaccinate sono a più alto rischio di quelle non vaccinate. "When patients with up-to-date DTaP vaccinations were compared to unvaccinated patients, the odds of being infected with PRN-deficient strains increased, suggesting that PRN-bacteria may have a selective advantage in infecting DTaP-vaccinated persons" Fonte: CDC, FDA
Avevamo fatto anche un approfondimento qui su 5LB Magazine
Anche il vaccino della pertosse, e a questo punto tutto il trivalente in cui è contenuto (difterite-tetano-pertosse), ha effetti di sola protezione personale, che è raccomandata specialmente per le possibile complicanze nei bambini.
L'adulto, che si sentisse più sicuro per contenere eventuali sintomi, deve fare il richiamo ogni 10 anni con il trivalente oggi disponibile.

Haemophilus influenzae ceppo B

Il vaccino HiB risulta coprire il rischio intorno al ceppo B del batterio in modo piuttosto efficace.
Studi sull'introduzione di massa di questo farmaco (che aveva l'obiettivo di ridurre la diffusione del batterio) hanno però rilevato un particolare fenomeno: il ceppo dominante si è spostato su diverse altre varianti, dalla A alla F, rendendo la popolazione più vulnerabile a questi ultimi con un innalzamento dei casi superiore al periodo pre-vaccinazione. Fonte: PubMed
Questa è una criticità niente affatto rara, e spesso i vaccini proposti con l'esplicito obiettivo dell'immunità di gregge e dell'eradicazione del microbo falliscono per questo motivo.
Questo vaccino non si somministra ad adulti (individui di età superiore ai 5 anni).
Tuttavia è incluso nel farmaco esavalente (Difterite-Tetano-Pertosse, Polio, Epatite B, Hib) ma è anche disponibile singolo: non ci sono però studi sufficienti per dire se sia meglio o peggio assumerlo da solo o combinato. Fonte: Cochrane

Epatite B
Questo vaccino sembrerebbe il più efficace nel gruppo dell'esavalente in quanto a "protezione del gregge", tuttavia il dibattito si focalizza (o dovrebbe) sui rischi/benefici per un bambino di pochi mesi, il quale è molto poco esposto al virus che si trasmette per via sanguigna, quindi prevalentemente per via sessuale o con contatto di sangue. Pare efficace per mamme positive, il bambino ha risposte anticorpali verificabili (si ricorda che gli studi vertono generalmente su questo e non su esiti clinici).
Sarebbe fondamentale il rigore nei dati di vigilanza post-marketing per valutare un effettivo rapporto rischi/benefici per chi non è "a rischio".
Il bambino è vaccinato al 3°, 5° e 11° mese ma, come detto, tecnicamente potrebbe essere attesa l'età scolare, poichè sarebbe sufficiente il morso di un compagno a scuola per la trasmissione.
È raccomandato il richiamo per gli adulti a rischio (operatori sanitari, persone conviventi con portatori di epatite B, operatori di pubblica sicurezza, soggetti che necessitano di numerose trasfusioni di sangue, soggetti in dialisi..).
È da sapere che il richiamo è una di quelle prestazioni che si fanno senza sapere se in effetti funzionano. Fonte: PubMed

Epatite A
È un vaccino raccomandato per i bambini al primo anno in 2 dosi e per adulti che si muovono in regioni epidemiologicamente a rischio.
La trasmissione avviene prevalentemente per via alimentare.
Il vaccino è efficace per almeno 2 anni. Fonte: Cochrane.
Che ci crediate o no, la vaccinazione è incentivata per chi è omosessuale: In Italia si registra una "epidemia" di epatite A tra gli uomini omosessuali, con una impennata di casi negli ultimi 7 mesi. L'allerta arriva dall'Istituto superiore di sanità (Iss), che identifica tra le possibili cause anche l'Europride tenutosi ad Amsterdam lo scorso agosto, possibile 'veicolo' che ha facilitato la diffusione del virus. L'Iss, in uno speciale pubblicato sul sito Epicentro, avverte anche del rischio che l'epidemia, se non sarà cessata a quella data, potrebbe ampliarsi per effetto del prossimo World Pride di Madrid in programma per il prossimo giugno. Da qui un forte invito ad incentivare la vaccinazione nella comunità gay. Fonte: ANSA (marzo 2017)
No, questa non è scienza.

Pneumococco
Il pneumococco presenta aspetti critici simili a quelli che affliggono l'Haemophilus influenzae: la rapida mutazione dei ceppi del batterio e, di conseguenza, l'illusione che crei una copertura di comunità.
Nonostante il farmaco sia efficace su alcuni ceppi (che si ritiene erroneamente essere i pochi ad accompagnare infezioni gravi), la rotazione porta le manifestazioni sintomatiche ("malattia invasiva da pneumococco") a spostarsi su altri sierotipi.
Tanto che in Francia nel 2007 il vaccino eptavalente è arrivato a coprire non più del 16% dei batteri circolanti, mentre in Inghilterra il 13valente si è visto sfuggire la metà dei casi associati ad altri ceppi.
Un approfondimento sul tema è sulla rivista Informazioni Sui Farmaci
Se quindi può avere un effetto sintomatico personale, il vaccino anti-pneumococcico fallisce l'obiettivo dell'immunità di gregge.
Questo farmaco non richiede richiami per gli adulti.

Meningococco
Anche il meningococco è un batterio che, in realtà, non è così contagioso come si crede.
O meglio: lo è nel senso che"il 10-20% della popolazione 'porta' il meningococco in gola. La maggior parte delle persone lo ha avuto almeno una volta nella vita. Non sono batteri 'cattivi', diventano tali sono in una persona su mille di quelle che lo portano. Probabilmente la causa sono fattori genetici". Fonte: Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, approfondimento su 5LB Magazine
Il vaccino è un farmaco a protezione dell'individuo, e sarà da valutare nel tempo se avrà un "effetto gregge" sui luoghi pubblici. Come per tutti i vaccini, la sorveglianza post-marketing sarà importante per fornire dati sull'efficacia del vaccino perchè non è possibile determinarla negli studi pre-licenza, a causa della relativa bassa frequenza di casi di meningite (in questo caso B, ma sulla C abbiamo ancora meno dati). Fonte: PubMed
La copertura è stimata in 5-10 anni, e va quindi fatto richiamo di conseguenza.

Morbillo
Sembra che in America si sia ridotta fortemente la diffusione (fino al 99%) e che il vaccino sia efficace sul lungo periodo.
Tuttavia sono registrati anche alcuni paradossi: per esempio l'aumento di casi di morbillo in persone immunizzate da vaccino.
"The apparent paradox is that as measles immunization rates rise to high levels in a population, measles becomes a disease of immunized persons. Because of the failure rate of the vaccine and the unique transmissibility of the measles virus, the currently available measles vaccine, used in a single-dose strategy, is unlikely to completely eliminate measles. The longterm success of a two-dose strategy to eliminate measles remains to be determined". Fonte Jama
Risulta importante assumere 2 dosi, e l'adulto che non ha avuto la seconda è più a rischio (come successo recentemente in Italia, in cui i casi hanno una media di 35 anni). Fonte: Jama

Restano alcune incognite per quelle situazioni in ambienti che, nonostante una copertura assoluta (fino al 99% della popolazione!), sono stati proprio i vaccinati a fare esplodere focolai ed epidemie. Fonte: Infectious Desease Society of America, qui e qui.
Nonostante il vaccino per il morbillo sia considerato tra i più efficaci, da numerosi dati recenti sembra che, anche in questo caso, l'"immunità di gregge" non possa essere garantita.
In questo recente video la dott.ssa Humpries riporta segnali che indicano che i vaccinati riducono la protezione generale della popolazione, di generazione in generazione, rispetto a chi ha "fatto" il morbillo; che neanche il 100% di copertura sarebbe sufficiente a generare una supposta immunità di gregge; che i virus sarebbero in mutazione.
Non è richiesto il richiamo, anche se la dott.ssa sostiene che andrebbe fatto a tutti. 

HPV - papilloma
Sull'HPV è in corso una battaglia, sia perchè il vaccino è molto recente e i dati di efficacia sono molto scarsi, sia per le recenti evidenze di manipolazione degli stessi in farmaco-vigilanza, sia perchè gli studi vertono su viremia e ulcerazioni ma non possono mostrare efficacia reale nei confronti del cancro al collo dell'utero e altre numerose criticità. 
Si tratta tra l'altro del primo vaccino oncologico, che apre al nuovo piano industriale programmato per questi anni.
Il vaccino è già disponibile e raccomandato alle bambine intorno ai 14 anni.
Siccome l'HPV è ubiquitario (cioè si trova pressochè ovunque, anche sulla pelle, ma non si sa bene perchè "si attivi") ci sarà la tendenza sempre più marcata a raccomandarlo anche agli uomini, ancora perseguendo la suggestiva ipotesi dell'eradicazione.
Chi sente di doversi proteggere (uomini compresi) ha dunque la possibilità di provarlo.



PERCEZIONE PERSONALE

Ora però non andiamo oltre: c'è abbastanza per capire che l'immunità di gregge è una teoria suggestiva che non si verifica con tanta certezza nella realtà (e se si verifica lo fa con non più di un paio di vaccini).
"Proteggiamo i più deboli alzando le coperture", genericamente, appare un proclama pretestuoso che non trova rispondenze nella funzione reale dei diversi e singoli farmaci.
Alla luce di questi fenomeni, la discriminazione a scuola di un bambino non vaccinato (paventata dal recente decreto legge) non solo è un'aberrazione sul piano morale e giuridico, ma anche su quello scientifico.
Come se non bastasse esistono ricerche che sospettano una diretta correlazione tra tasso di mortalità infantile e numero di dosi vaccinali inoculate, che tendono a crescere in modo proporzionale (le dosi del nuovo piano vaccinale dovrebbero essere 28 sotto i 2 anni, correggetemi nei commenti se sbaglio).
Fra le 34 nazioni industrializzate analizzate in questo studio, quelle che richiedono il più alto numero di vaccini tendono ad avere il peggior tasso di mortalità infantile. Fonte: PubMed

Al di là della follia di questo decreto massificante, se l'obbligo si fosse esteso semplicemente al morbillo monovalente (a doppia dose) è probabile che nessuno avrebbe fatto tanto rumore. 

Tutta questa informazione sui singoli farmaci ha invece senso dal punto di vista della "protezione individuale" preventiva.
E qui entra in campo la percezione soggettiva, e quindi la scelta personale, di chi preferisce selezionare i farmaci in seguito a una lunga riflessione e discernimento; di chi preferisce per credenze o motivi morali evitare interventi preventivi di qualsiasi genere; di chi si sente al sicuro se assume tutto ciò che è disponibile in campo farmacologico, proprio con quella sensazione che "l'antivirus è aggiornato".
Non sono attitudini giudicabili, ed è importante il rispetto di queste percezioni che toccano corde viscerali.
Chi sente che deve proteggersi, o fare i richiami, è invitato a parlarne con il proprio medico per usufruire dei numerosi farmaci a disposizione.

Poichè la maggioranza dei lettori di 5LB Magazine osserva il mondo attraverso tutt'altro modello di rappresentazione della realtà, ri-sintonizziamoci sul nostro microbioma (qui).
E chissà che alcuni di questi farmaci, al di là della "risposta anticorpale", non siano clinicamente efficaci nel gestire meglio certe fasi PCLA acute.
Lo sapremo in un'altra era.

AndroGyne: la nuova sorprendente monografia sulla lateralità e il mancinismo

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AndroGyne è la seconda monografia pubblicata da 5LB Magazine, in seguito a LE RECIDIVE e al lancio sperimentale del numero ZERO.


Le monografie sono concepite in 5LB Magazine con un'intenzione precisa: calare il sistema di valori delle leggi biologiche nel nostro tessuto culturale.
Non semplicemente divulgando informazioni, ma rimescolando le 5LB nelle cose quotidiane, anche insieme con lo scontato e l'ovvio ma rompendo gli schemi, per creare qualcosa che prima non esisteva.
Qualcosa pregno di 5LB che si materializza in un oggetto tangibile e resta a testimoniare l'applicabilità universale di questa particolare visione del mondo. Che è già qui, oggi.

Questa volta l'argomento che la monografia AndroGyne affronta è LA LATERALITÀ del corpo.

Dunque AndroGyne non si presenta come una collezione di informazioni sul tema del mancinismo nelle leggi biologiche, ma rielabora queste conoscenze primariamente in un'opera fotografica, artistica, che compie un'esplorazione spingendosi fino nel campo della ricerca, osando aprire nuove rotte mai battute.
Un'opera con la quale in veste di autori ci siamo accorti che c'è tanto, tantissimo ancora da scoprire, ma soprattutto tanto da cui prendere ispirazione.
Così AndroGyne ha assunto la forma di qualcosa di più di una monografia: ha infatti le sembianze di un progetto di ricerca collettiva.

Allora chi vuole sapere tutto sul mancinismo, chi vuole sapere sui fenomeni della lateralizzazione nel corpo, chi vuole sfogliare un'opera di foto curiose, chi vuole sperimentare di persona, esplorare, verificare e condividere, chi vuole anche solo giocare, potrà trovare numerosi stimoli nel progetto AndroGyne, che è così particolare da meritare una sua propria sede dedicata:

http://AndroGyne.5LB.eu

Come tutte le precedenti pubblicazioni, anche AndroGyne è disegnato per qualsiasi livello di competenza: sia per gli esperti di 5 Leggi Biologiche, sia per i neofiti.
Anzi, AndroGyne prova ad accompagnare chi delle 5LB non si interessa affatto, e probabilmente sono proprio questi ultimi che dalla lettura trarranno il massimo beneficio e la curiosità per approfondirle.

Trovi oggi la monografia su Amazon


Pressione del sangue: i beta-bloccanti servono ad avere numeri belli quando si muore

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Abbiamo riportato altrove che ben l'89% delle prestazioni sanitarie di uso corrente non è fondato su chiare prove di efficacia, ma generalmente su evidenze di bassa qualità, sulla consuetudine, sulla "plausibilità biologica".
È quindi altamente probabile che qualcuno tra di noi, o qualcuno nella nostra famiglia, in questo momento sia sottoposto a trattamenti di cui non si conosce l'efficacia, forse inutili.
Non è un'eventualità rara, e non conviene assumere quell'atteggiamento di devozione "ciò che dice la scienza è indiscutibile", perchè lo stesso medico si districa nell'accompagnare i propri pazienti alla scelta terapeutica più adeguata, con una proporzione di 11% di scienza, coprendo il rimanente 89% con coscienza

Un esempio molto comune che mette in risalto questo grado di incertezza riguarda il trattamento della pressione arteriosa quando c'è "ipertensione".
Le istituzioni sanitarie parlano di rischio di infarto e ictus enormemente maggiore in presenza di pressione alta.
Il CDC riporta che una persona su tre negli Stati Uniti ha la pressione alta e, di conseguenza, sarebbe a rischio di eventi cardiovascolari. In Italia la proporzione è allineata a quella americana.
Ogni anno sono fatte circa 34 milioni di prescrizioni di Atenololo (il 14esimo farmaco più venduto, dati del 2010), uno dei più comuni beta-bloccanti, con il fine di ridurre la pressione arteriosa e il ritmo cardiaco.
La paura della pressione alta è estremamente radicata nella nostra cultura.

Nel 1988 Sir James Black ha vinto il Premio Nobel per la sua scoperta, fatta negli anni 60, sui beta-bloccanti. La commissione dichiarò "È la più grande scoperta in fatto di farmaci contro le malattie del cuore, fin dal primo uso della digitale purpurea che risale a 200 anni fa."
Dal 1981, anno in cui la FDA approvò l'Atenololo poichè mostrava la capacità di ridurre drasticamente la pressione sanguigna, il farmaco è diventato uno standard per il trattamento dell'ipertensione, tanto che viene usato come riferimento di comparazione negli studi di efficacia su altri farmaci.

Tuttavia, lo abbiamo già spesso verificato con il colesterolo, l'epatite C, i vaccini... gli studi sui farmaci sono generalmente eseguiti sulla base di "obiettivi surrogati", cioè sulla capacità che hanno di modificare alcuni "marcatori" e valori misurabili.
Eppure, il fatto che questa alterazione artificiale di valori sia di reale beneficio alla persona, è una conclusione spesso fondata su ipotesi non verificate, "biologicamente plausibili", magari anche sostenute da grandi luminari, ipotesi che con il tempo penetrano con dignità di "certezza" nell'immaginario collettivo e, a volte, finanche nella ricerca e nelle istituzioni.

Almeno finchè il tempo e l'applicazione nel mondo reale riescano a restituire informazioni sulla concreta efficacia sulla salute pubblica, cioè non sui numeri dei macchinari ma sul vero beneficio rispetto alla qualità della vita, alla morbilità e alla mortalità.

Nel 1997 un ospedale svedese ha compiuto uno studio su 9000 pazienti "ipertesi", durato 4 anni, per comprendere se il farmaco Losartan fosse più o meno efficace del Atenololo in termini di salute: i risultati furono soddisfacenti perchè il gruppo trattato con Losartan andò incontro a meno morti (204 contro 234) e meno ictus (232 contro 309).
Emergeva però, tra le righe, un dato significativo: entrambi i medicinali abbassavano dello stesso identico valore la pressione sanguigna. Come si poteva spiegare, allora, la differenza nei risultati clinici?
L'ipotesi che la pressione alta sia la causa di eventi cardiovascolari ha iniziato a scricchiolare.
Così quello strano risultato è stato messo sotto i riflettori da uno studio successivo del 2004, che ha finalmente comparato l'Atenololo con una pillola di zucchero.
Il risultato? 
Il beta-bloccante non previene gli infarti e non estende l'aspettativa di vita: in sintesi, chi è trattato con Atenololo semplicemente muore come chi non lo assume, ma con valori della pressione più bassi.
Ma ne subisce anche gli effetti collaterali, addirittura ictus, tanto che lo stesso studio ha criticato l'uso dell'Atenololo come farmaco di riferimento nella ricerca.

Dice John Mandrola, cardiologo di Louisville (USA): "Sì, noi possiamo muovere dei numeri, ma questo non si traduce necessariamente in migliori risultati sulla salute. 
È dura non cadere nella deduzione che, quando i pazienti prendono una pillola e vedi i loro numeri migliorare, la loro salute sia di conseguenza migliorata".

La questione intorno ai beta-bloccanti è complessa, perchè altri studi hanno verificato l'efficacia nel ridurre infarti e ictus.
Ma sappiamo bene che le contraddizioni della ricerca sono una costante inevitabile, e solo un profondo lavoro di revisione continua può appianare le divergenze ed avvicinare la conoscenza alla realtà dei fatti.
Una recentissima revisione di Cochrane ha in effetti valutato che i beta-bloccanti non hanno effetti sugli eventi cardiovascolari (ictus e infarti) e che esistono farmaci più efficaci.

Nonostante le crescenti evidenze, ormai da decenni, siamo in un periodo intermedio in cui le prescrizioni di beta-bloccanti sono ancora numerose. Siamo consci che la trasformazione delle consuetudini cliniche non è immediata e, per numerosi motivi, necessita di tempo.
I dati di QuintilesIMS, che fornisce informazioni all'industria, mostrano che le prescrizioni di Atenololo stanno scendendo gradualmente di 3 milioni all'anno: questo significa che, dalla prima scoperta che l'Atenololo non funziona, sarebbero necessarie circa due decadi per trasferire le nuove acquisizioni nella realtà clinica. Sono trasformazioni generazionali.

Se abbiamo scoperto che i premiati beta-bloccanti non funzionano, resta ancora quel sospetto che la correlazione tra valori pressori e gravi eventi cardiovascolari non sia così stretta come ci si immaginava (qui una revisione di Cochrane del 2012). O meglio, è probabile che non ci sia una relazione di causa-effetto.
Come direbbe il dott. David Brown, professore all'università di Washington: "Il sistema cardiovascolare è più complesso del lavandino di una cucina".

Con il passare delle generazioni si sbroglierà anche la matassa intorno all'eziologia delle "malattie" cardiache.
Oggi suggeriamo una direzione di ricerca a partire dal modello 5LB: quali sono le cause delle variazioni della pressione sanguigna? Sono correlate ad infarti e ictus, o questi ultimi sono eventi con una propria eziologia specifica?

Il dott. Hamer ci ha lasciati - 2 Luglio 2017

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È venuto a mancare colui che, circa 35 anni fa, ha fatto una delle scoperte più importanti di sempre, e che lui stesso ha sintetizzato e chiamato 5 Leggi Biologiche.
Il dott. Ryke Geerd Hamer se ne è andato, un po' in sordina, a 82 anni il 2 luglio 2017 (dalle prime indiscrezioni si suppone per un "ictus") dopo aver passato l'ultimo periodo della sua vita isolato nei pressi di Oslo.

Le sue scoperte sono tanto destabilizzanti da necessitare di tempi storici per essere assimilate, ma già si stanno diffondendo in tutto il mondo ad un ritmo incessante.
L'influenza del suo lavoro continuerà ad agire e a replicarsi in ogni singolo individuo che ne ha fatta esperienza, attraverso ognuno di noi.
Anche se non si comprendono le trasformazioni di un'azione nell'altra, le catene di azioni innescate in vita non possono essere fermate dalla morte. Possiamo credere in una vita ultra-terrena o possiamo credere alla dissoluzione dell'essere con il corpo: eppure, in entrambi i casi, possiamo senz'altro dire che questa è immortalità.

Da tutti noi: grazie Ryke Geerd Hamer

I perchè delle lacune scientifiche intorno ai vaccini. E perchè i risarcimenti da invalidità saranno sempre più numerosi.

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Invalido dopo vaccino anti-polio, per Cassazione deve essere risarcito
Dopo la diagnosi di encefalopatia epilettica con grave ritardo psicomotorio e del linguaggio, il genitore del paziente si è costituto in giudizio dinanzi al Tribunale di Treviso contro il ministero della Salute per ottenere il riconoscimento dell'indennizzo. 
Il Tribunale ha disposto una consulenza tecnica che ha confermato il nesso di causalità tra le patologie insorte e le vaccinazioni, condannando il dicastero al pagamento dell'indennizzo previsto dalla legge 210/1992.
Fonte: AdnKronos

Questa notizia è di poche settimane fa.
In questo periodo in cui si discutono leggi coercitive che estenderebbero l'obbligatorietà di assunzione di un largo ventaglio di farmaci vaccinali finora solo raccomandati (in Toscana già le scuole materne richiedono che al bambino siano stati somministrati ben 13 vaccini: poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, haemophilus B, meningococco C e B, pneumococco, morbillo, rosolia, parotite, varicella), è scontato che questa notizia faccia rumore e la sentenza diventi un precedente importante.

Ora vediamo perchè le sentenze sono necessarie, perchè i contenziosi oggi non si possono risolvere sul piano scientifico, e quindi perchè sono e saranno i giudici e non gli scienziati ad occuparsi di queste questioni.


PERCHÈ TANTA POLEMICA INTORNO AI VACCINI: LA BASSA QUALITÀ NELLE EVIDENZE SCIENTIFICHE

Cominciamo con il chiarire che parlare di "vaccini" in modo generico non si deve e non si può: la valutazione di benefici e rischi si fa su un singolo e preciso farmaco, non su un concetto.
Alcuni prodotti saranno efficaci, altri meno; alcuni prodotti saranno sicuri, altri meno.
Se lo scontro popolare "vaccini sì, vaccini no" ha un senso, va cercato prevalentemente nella volontà di un individuo (anche quando rappresenta un'istituzione) di mantenere e alimentare una polemica irrazionale.

Tuttavia questo scontro generalizzante ha anche una radice razionale, ed è il motivo per cui si protrae nel tempo senza trovare soluzione.
Se a livello chimico "vaccino" non ci dice granchè di cosa stiamo parlando, a livello di norme giuridiche si può fare una generalizzazione: infatti, fino al 1988 "i produttori di vaccini sono stati a lungo oggetto di obblighi legali, radicati nei principi fondamentali della legge sulla responsabilità dei prodotti".
Con il Vaccine Act entrato in vigore quell'anno in USA (National Childhood Vaccine Injury Act), tutti i farmaci vaccinali sono stati sottoposti a una regolamentazione diversa dagli altri farmaci, che si riassume in queste righe dello U.S. Code § 300aa–22 - Standards of responsibility

Nessun produttore di vaccini sarà responsabile in una causa civile per danni derivanti da un infortunio correlato a un vaccino, o di morte associata alla somministrazione di un vaccino dopo il 1° ottobre 1988, se:
- l'infortunio o la morte sono il risultato di effetti collaterali che sono stati inevitabili 
- il vaccino è stato adeguatamente preparato 
- era accompagnato da appropriate istruzioni e avvertimenti.

Insomma, cosa è successo: per tutelare le industrie che in quel periodo erano oggetto di grandi richieste di risarcimenti che avrebbero ostacolato la produzione stessa del vaccino difterite-tetano-pertosse e messo in crisi il settore, si è creato un alleggerimento legislativo intorno a questo tipo di farmaci. Con queste regole, qualunque formula vaccinale è garantita da norme sulla produzione ed etichettatura, ma il produttore non risponde di difetti di progettazione, che ricadono negli "effetti collaterali inevitabili" (fonte per approfondire).
La responsabilità e la compensazione del danno si spostano a livello governativo con un indennizzo (come anche in Italia, secondo la suddetta legge 210 del 1992, indennizzo e risarcimento sono a carico del Ministero della Salute). Questo avviene in America, esclusivamente per i vaccini.

La situazione in cui ci troviamo oggi è che le evidenze scientifiche intorno ai vaccini sono spesso di scarsa qualità, sia per questa agevolazione normativa che allenta il principio di precauzione, tanto caro in Europa, ma soprattutto:
- per una tendenza più generale, sia americana che europea, ad un "mercato accelerato" nelle approvazioni farmaceutiche per consentire un più rapido ritorno degli investimenti
- per tutti i problemi strutturali nella ricerca denunciati da All Trials
- a volte è difficile, per motivi etici, testare alcuni prodotti in doppio cieco contro placebo
- spesso non vengono eseguiti contro placebo ma contro altri farmaci o adiuvanti
- quando gli studi controllati e randomizzati pre-marketing vengono fatti, nella maggioranza dei casi vengono considerati sufficienti "obiettivi surrogati" e non risultati clinici (come la risposta anticorpale invece che la morbilità)
- inoltre sono strettamente eseguiti dallo stesso produttore del farmaco con vincoli di riservatezza, e mai da istituti indipendenti (un noto problema di conflitto di interessi nella ricerca, ma anche nel finanziamento degli istituti controllanti (AIFA, EMA...) da parte della stessa industria controllata)
- sono poi ancora più rari gli studi sui prodotti vaccinali combinati (come l'"esavalente")
- in generale, anche quando perfettamente progettate, le ricerche non possono ricavare informazioni di lungo periodo, che per i vaccini sono essenziali.

Messe insieme tutte queste criticità, è davvero raro che gli studi possano, in queste condizioni, esaurire le questioni di efficacia e sicurezza.
Per fare esempi concreti, un farmaco molto diffuso come il vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia dovrebbe essere garantito da studi precisi e completi, giusto?
Eppure gli studi sulla sicurezza di cui disponiamo sono "ampiamente inadeguati".
Un altro vaccino molto diffuso, quello per la meningite (B): la sorveglianza post-marketing sarà importante per fornire dati sull'efficacia del vaccino perchè non è possibile determinarla negli studi pre-licenza, a causa della relativa bassa frequenza di casi di meningite. Fonte: PubMed
È per tutti questi motivi che la sorveglianza post-marketing non è una questione di semplice cautela, perchè le licenze commerciali si fondano su conoscenze incomplete, relegando gran parte della dimostrazione degli effetti alla sorveglianza post-marketing sulla popolazione, che diventa una parte centrale e irrinunciabile della ricerca scientifica.


LA SORVEGLIANZA POST-MARKETING (test di fase 4)

Allora quello che si fa, o si dovrebbe fare secondo il Vaccine Adverse Event Reporting System, sono i cosiddetti test di fase IV, cioè la sorveglianza post-marketing.
Significa che, poichè i prodotti seguono una procedura di controllo agevolata o mancano strumenti per valutarli a priori, ogni medico e istituzione sanitaria deve riportare tutti gli eventi avversi riscontrati sul campo per fare una valutazione a posteriori.
In Europa la farmacovigilanza non è specifica per i vaccini come in America, ma è la European Medicines Agency (EMA) che si occupa di raccogliere i dati in modo centralizzato per tutti i tipi di farmaci.


IL CORTO CIRCUITO DEL PREGIUDIZIO

Ma qui pare avvenire un corto circuito:
i vaccini sono popolarmente considerati medicinali di efficacia comprovata, spesso anche gli operatori sono convinti che siano perfettamente controllati a priori, e i media comunicano in modo perentorio "i vaccini sono i farmaci più sicuri e collaudati che abbiamo".
E lo sono, ma a livello di produzione e di etichettatura, non necessariamente di progettazione.
Visto che quando si tratta di vaccini è sempre più (ab)uso e costume ricorrere a metafore iperboliche, è come dire che una deliziosa bibita a base di varichina è stata minuziosamente preparata e ben etichettata prima del commercio.

Questo pregiudizio genera una forte distorsione (bias) all'interno del percorso di ricerca di fase 4.
Ultimamente al pregiudizio in buona fede si è aggiunta un'aggressiva difesa della propria credibilità, da una parte dell'ordine medico e dagli organi istituzionali, che si percepisce fortemente anche per i toni tranchant espressi sui giornali (i dubbi sui vaccini sono chiacchiere e scemenze), toni categorici (con uso di superlativi come sicurissimi) e soprattutto sostenuti con argomenti generalisti senza riguardo per i farmaci specifici (i vaccini in generale).

[...] non è sufficiente il buon senso di una mamma – che vede l’epilessia manifestarsi dopo la vaccinazione e trae ovvie conclusioni – e neppure basta l’“esperienza personale” che i medici antivaccinisti in continuazione tirano fuori, perché in questo caso l’esperienza personale non serve proprio a nulla, se non a dire scemenze.
Ci vogliono anni di lavoro, esperimenti complicatissimi, studi in doppio cieco. Però alla fine di tutto, invece di vaghe e inutili falsità, come: “Nella mia esperienza l’epilessia è causata dalla vaccinazione”, oppure: “Il bambino era sano e la vaccinazione l’ha rovinato”, c’è una spiegazione, una verità scientifica, che illustra come i vaccini non causino in alcun modo l’epilessia. Insomma, è necessario un sacco di sudore, ma alla fine si ha un fatto e non un’opinione.
Dunque non fatevi ingannare dalle mamme, che magari in buona fede affermano che il loro bambino è stato rovinato dal vaccino.[...] 
Dal libro "Il vaccino non è un'opinione" di Roberto Burioni, medico e professore.
Insomma, i vaccini attualmente in uso sono efficaci e sicurissimi e non solo non hanno rovinato nessun bambino, ma ne hanno salvati molti milioni.
 
Sarebbe bene non commentare queste posizioni così contrarie non solo alle evidenze scientifiche, ma al buonsenso stesso. [...] Detto questo, paventare teorie infondate sui vaccini, che non possono essere corroborate da solide prove, e farlo in una sede istituzionale come la Sala stampa della Camera dei deputati, lungi dal fare chiarezza, non può che aumentare la confusione e il panico, in un momento di pericoloso calo delle coperture vaccinali [...]
E i dati dimostrano che gli effetti collaterali dei vaccini sono molti meno e molto meno gravi delle complicanze delle malattie che i vaccini prevengono. Tutto il resto sono chiacchiere
Dispiace che per la visibilità di un momento, o per interessi che non vogliamo neppure immaginare, si giochi con le paure della gente e con la salute di tutti. 
Dispiace che a farlo siano anche alcuni medici, sempre gli stessi, una minoranza che purtroppo riesce ad apparire e far parlare di sé ben più che la maggioranza silenziosa e prossima ai pazienti [...].
Dispiace che, per guadagnare in credibilità, si usino strumentalmente le sedi istituzionali, si distorcano a proprio uso e consumo diritti costituzionalmente protetti come quelli alla libertà di stampa e di opinione e quello della tutela della salute. 
Sui vaccini, sulla scienza, non esiste 'un'altra verità'.
Federazione Nazionale Ordini dei Medici su AdnKronos

E ancora da parte delle istituzioni:

Colombia, svenimento di massa per 200 ragazze dopo il vaccino
[...] svenimenti che hanno colpito almeno 200 ragazze di El Carmen de Bolivar, cittadina di 95mila abitanti sulla costa caraibica. Tutte sono state ricoverate in ospedale con gli stessi sintomi: svenimenti, emicranie, perdita di sensibilità. I familiari temono si possa trattare di una reazione a un vaccino, ma il ministero della Salute nega ogni collegamento e ipotizza anche una forma di isteria. Secondo il sindaco della località, Francisco Veja, sono stati registrati già 276 casi dal maggio scorso [notizia del 8 luglio NDR]. Si tratta di bambine e adolescenti, tra i 9 e i 16 anni [...] Davanti alle tante illazioni le autorità ha smentito che le cause possano essere legate alla somministrazione collettiva di un vaccino contro il Papilloma virus (Hpv) [dichiarazione azzardata che corrompe la corretta vigilanza post-marketing NDR]. Mentre la casa farmaceutica ha assicurato che "tutti i lotti del vaccino rispettano gli standard richiesti di qualità e sicurezza" [non c'è dubbio che produzione ed etichettatura rispettino alti standard di qualità NDR]
Fonte: TGCom


Il paradosso è che un tale pregiudizio, rafforzato da una stizzita difesa dell'identità professionale (ben poco dissimulata), mina alla base il reporting sugli effetti collaterali: cioè la presunzione della efficacia e sicurezza a priori ostacola la raccolta dei dati
Per esempio, non è raro sentire da parte di un operatore sanitario l'asserzione "non c'è prova di laboratorio che i suoi sintomi, apparsi dopo la vaccinazione, siano effettivamente correlati con il vaccino."
E in conseguenza di queste convinzioni non sono rari i rifiuti a raccogliere certe segnalazioni sugli eventi avversi (vedi interviste a fondo dell'articolo).
L'assenza di prova nella correlazione può essere effettiva, ma la presunzione di sicurezza a priori, unita alla non obbligatorietà per i medici di notificare i casi, genera un terreno ben poco neutro per una raccolta dati realistica.

E proprio perchè le prove pre-marketing sono consapevolmente incomplete o di bassa qualità (e l'assenza di evidenza nella correlazione non è uguale a evidenza di assenza), è richiesta una rigida sorveglianza post-marketing.
Allora il dato andrebbe raccolto neutro e non ignorato.
In questa pagina ci sono un po' di informazioni sulla assenza e quindi sulla necessità di un rigoroso sistema di sorveglianza in Europa.
Se poi in queste procedure si sovrappongono anche le manipolazioni dolose dei dati raccolti, come è avvenuto lo scorso anno in Danimarca da parte dello stesso ente di controllo (EMA), allora possiamo essere scientificamente sicuri che ogni ostentazione di sicurezza è fuori luogo.


IL NON-SENSO DELLE BARRICATE PRO-VAXX (e anti-vaxx)

Il vuoto normativo, se così vogliamo chiamarlo, genera l'illusione di una sicurezza ed efficacia assoluti in chi si identifica "ProVaxx" (tanto da volerne generalizzare con un atto di fede tali qualità per ogni farmaco vaccinale, senza distinzioni), dando per scontate le procedure di progettazione, approvazione e controllo.

Negli ultimi tempi non è stato raro di imbattermi in discussioni di una violenza esemplare, in un torrido clima di terrore e rabbia sociali, sempre più esasperati: situazioni in cui c'è chi riesce a sbattere in faccia ad un invalido (o al suo genitore) la propria supponenza "sei invalido ma non c'è prova di correlazione tra i danni e il vaccino. La successione temporale in scienza non è causalità, ignorante. Dimostrami il nesso di causa-effetto.".
Succede, davvero. E sui social network è anche peggio. A questi comportamenti va dato il giusto nome: bullismo.
Come abbiamo visto, troppi coni d'ombra non possono certamente escludere l'eventuale nesso, quando lo stesso produttore non è tenuto a (o non gli è tecnicamente possibile) studiarne diversi aspetti e non è responsabile degli effetti.

Si potrebbe avere l'impressione che questa posizione bellica di "certezza prepotente" sia propria dell'ambito istituzionale (il quale è evidente che cerca appigli solidi per affrontare le difficili scelte di politica sanitaria), o magari propria dell'ambito accademico.
E forse è un'impressione particolarmente forte nel nostro Paese, in cui il blocco mediatico è monolitico.
Tuttavia nel mondo ci sono numerose posizioni più sobrie ed equilibrate, come quella che abbiamo recentemente tradotto dal British Medical Journal.

In realtà anche la ricerca scientifica si sta muovendo verso una diversa flessibilità, sviluppando quella nuova branca, la cosiddetta adversomics, che svincola dalla statistica e dai generalismi le reazioni avverse dei vaccini, e si pone nuove domande sulle variabili individuali che concorrono nel delicato equilibrio tra un organismo e la somministrazione di un farmaco.
Una prospettiva decisamente coerente con il modello delle 5 Leggi Biologiche e, proprio per questo, la osserviamo con un occhio di riguardo.


LA TERZA VIA

La questione allora non può ridursi alla scelta tra "eliminiamo tutti i vaccini" o "costringiamo tutti ai vaccini", in base ad un principio di precauzione individuale piuttosto che sociale (non fare i vaccini per proteggere l'individuo da una parte, fare i vaccini per proteggere la comunità dall'altra).
Perchè, già a monte della discussione, il sistema di controllo di ogni singolo prodotto farmaceutico è oggi lacunoso in ogni punto della catena di distribuzione, sia nel pre-marketing sia nel post-marketing. Allora i dati sui quali si costruiscono le discussioni sono troppo spesso inaffidabili.

La terza via è la trasparenza, oggi più che mai imprescindibile, perchè è l'unica via di uscita.

La questione etica resta pendente, specie quando si impone con la forza un intervento terapeutico che non si è potuto studiare completamente ma viene poi verificato (e non troppo rigorosamente) sulla popolazione.
La scelta di sottoporsi a sperimentazione clinica è sempre di diritto volontaria e informata e non dovrebbe essere frutto di accordi politici, tantomeno commerciali.
Washington, 29 settembre 2014 – L’Italia guiderà nei prossimi cinque anni le strategie e le campagne vaccinali nel mondo. È quanto deciso al Global Health Security Agenda (GHSA) che si è svolto venerdì scorso alla Casa Bianca. Il nostro Paese, rappresentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, accompagnata dal Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) prof. Sergio Pecorelli.Fonte: AIFA

Una questione molto importante, agli antipodi delle "chiacchiere", tanto da sfociare nel dominio dei diritti umani.

Ci sono abbastanza questioni sospese per comprendere il motivo per cui intorno ai vaccini ci sono così tanti attriti, e perchè le decisioni intorno a questi farmaci passano spesso per i tribunali prima ancora che dai laboratori.


UN PRECIPIZIO GIURIDICO

Da quando si è iniziato a parlare di leggi coercitive e ricatti del genere "senza vaccino non puoi andare a scuola", ho subito avuto la sensazione che l'effetto immediato sarebbe stato una catastrofe con rimbalzo anti-vaccinista, per almeno 2 motivi:
1- se gli studi clinici su efficacia e sicurezza sono incompleti o con prove di bassa qualità (specialmente per i prodotti più recenti), e per contro sono costretto ad assumere questi prodotti, qualcuno dovrà rispondere di eventuali problemi, ma non solo in termini di indennizzo.
2- il secondo motivo, più importante e in prospettiva 5LB: ve li immaginate quei numerosissimi genitori terrorizzati dal vaccino che si sentiranno come in un campo di sterminio, costretti a consegnare al "boia" il proprio figlio doppiamente terrorizzato?
In questo clima vi immaginate l'impennata di crisi epilettiche, disturbi del comportamento e altre reazioni organiche che saranno imputate ovviamente al vaccino?

Sono pronti i tribunali ad accogliere questo tsunami?
Le coercizioni non sono certamente senza effetti collaterali.

È chiaro che la fiducia si conquista con la comunicazione e la trasparenza.
Ecco i Paesi europei che, nonostante le difficoltà, hanno scelto la strada della comunicazione e quelli che hanno scelto la strada della coercizione:

Vaccinazioni Obbligatorie:
Belgio(solo per Polio), Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria = 14 Paesi

Vaccinazioni Non Obbligatorie:
Austria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito = 15 Paesi

Fonte e contatti: EuroSurveillance


ULTERIORI APPROFONDIMENTI E ALTRE FONTI

Se sei arrivato a leggere fino a qui, significa che l'argomento ti sta veramente a cuore.
Allora forse puoi prenderti altri 20 minuti per seguire questa inchiesta di Report trasmessa il 17/4/17 sulla RAI, in cui numerose interviste, sia a gente comune sia a esponenti della comunità scientifica, portano alla luce molte delle questioni sollevate in questo articolo.

Invece questa nell'immagine è un'intervista (il giorno successivo alla trasmissione) a Silvio Garattini, fondatore e direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.

La 'comunità scientifica' respinge il Decreto Lorenzin

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Sarà martedì prossimo il voto sul "Decreto Lorenzin", una manovra politica che ha senz'altro già fatto la storia della sanità italiana e dei movimenti di piazza.
Una legge coercitiva che cerca di imporre con procedura di emergenza ai bambini italiani l'obbligatorietà di 12 farmaci vaccinali.
La polemica che ne è scaturita ha diviso l'opinione pubblica, spesso con il dolo delle stesse istituzioni, in "scienziati" contro "ciarlatani anti-scienza".

Decreto vaccini. La replica di Lorenzin: “No all'antiscienza. Di fronte all'evidenza scientifica la politica faccia un passo di lato”

Vaccini obbligatori, la vittoria della scienza sulla stregoneria
Fonte: La Stampa

Sui vaccini, sulla scienza, non esiste "un'altra verità".
Fonte: Federazione Nazionale Ordini dei Medici su AdnKronos

Mattarella: no all’anti-scienza, «sconsiderate» le critiche alle vaccinazioni

Il canovaccio teatraleè noto e ripetuto: generare nella società la percezione che esista una entità chiamata "comunità scientifica" che sostenga e pretenda in base alle "evidenze" certe decisioni politiche. Tanto che, lo ricordiamo, sull'onda di questo costrutto numerosi medici sono stati radiati dall'Ordine per non essersi allineati.
E invece ci sono così tante criticità, specialmente in ambito sanitario e vaccinale, che una qualsivoglia unanimità monolitica della "comunità scientifica" non può che rivelarsi per ciò che è: un artificio di persuasione.

Nella lettera firmata al Direttore di Quotidiano Sanità qui sotto riportata, settimana scorsa un gruppo di noti medici e ricercatori italiani ha esposto molto sinteticamente e puntualmente i motivi per cui questo decreto non è scientificamente giustificabile, e quale può essere una proposta alternativa.


Venerdì 07 LUGLIO 2017 
Un’alternativa all’attuale decreto vaccini? Ecco la nostra proposta
Gentile direttore,
in un suo recente intervento, ripreso anche da Quotidiano Sanità, il Prof. Burioni ha sostenuto: “Chi si oppone a questa legge deve proporre un’alternativa altrimenti ci scappa il morto”.
Siamo d’accordo che sia utile essere costruttivi, ed ecco la nostra proposta, che in sostanza si può riassumere in cinque punti.
1) Affrontare con decisione l’urgenza “morbillo”, puntando a una copertura vaccinale del 95%, con introduzione temporanea dell’obbligo vaccinale in tutte le realtà locali che presentino dati di copertura inferiori, come documentato dall’anagrafe vaccinale informatizzata di cui al punto 4.
La strategia deve includere un’offerta attiva anche verso soggetti suscettibili di altre classi di età, con possibilità di scelta di vaccino antimorbillo monovalente, da rendere disponibile per chi non intenda assumere altri vaccini in combinazione.
Motivazione: il morbillo è l’unica patologia prevenibile con vaccino che vede in corso un’urgenza epidemica (anche se non si può parlare di “emergenza”: i casi del 2017, ancorché inaccettabili, non hanno superato di molto quelli del 2010 e sono tuttora meno di quelli del 2011, anni con copertura vaccinale antimorbillo superiore all’attuale. Ad oggi i casi sono anche molti meno di quelli notificati nel 2002 e nel 2003, per non risalire più indietro nel tempo).
La misura straordinaria sarebbe inoltre coerente con gli impegni ufficiali internazionali, come il Piano Strategico Globale per il Morbillo per il periodo 2012-2020, che prevede di eliminare il morbillo, oltre alla sindrome da rosolia congenita.
2) Per le altre patologie considerate dal Decreto in discussione, estendere una legge come quella della Regione Veneto, che consenta di attivare a livello regionale o locale per il tempo necessario misure urgenti (che possono contemplare l’obbligo vaccinale) quando le coperture reali localmente verificate con un’anagrafe informatizzata scendano sotto soglie di allarme.
In via provvisoria queste soglie si possono stabilire all’85%, come nella Regione Veneto (che ha dimostrato in tutti questi anni che tale livello, che farebbe scattare il ripristino dell’obbligo, è sufficiente a evitare serie recrudescenze di patologie prevenibili). Tuttavia le soglie per le coperture riferite a ciascuna patologia andrebbero rideterminate e aggiornate in modo specifico, con un dibattito scientifico in sede opportuna, che tenga conto delle nuove prove che si accumulano nella letteratura scientifica e dei dati epidemiologici nazionali, regionali e locali.
Motivazione: se il problema è il morbillo, non sembra giustificato generalizzare ad altre vaccinazioni un’“emergenza che non c’è”. Inoltre le percentuali di copertura indicate dall’OMS per ottenere l’effetto gregge non sono le stesse per tutti i vaccini, come mostra la Tabella allegata, e non si dovrebbe più fare riferimento a un generico “95% di copertura”, valido per l’antimorbillo ma che per altri vaccini è inferiore. Per alcuni dei vaccini previsti nel Decreto è addirittura improprio o persino impossibile parlare di effetto gregge, come dimostrano acquisizioni scientifiche degli ultimi anni, o in altri casi addirittura il buon senso (come nel caso di vaccini, contemplati nel Decreto, che sono efficaci contro i sintomi della malattia, ma che non evitano la colonizzazione di soggetti vaccinati da parte dei microrganismi bersaglio, l’instaurarsi dello stato di portatore, e la possibilità di trasmettere il patogeno ad altri).
Si aggiunga che imporre un limite al diritto di accettare o meno una cura, garantito a ciascuno dalla Costituzione, può essere legittimo solo se il rifiuto di un trattamento mette concretamente a rischio altri. Nei casi in cui ciò non accade, la coercizione non è più legittimata, e ciò vale anche per diverse vaccinazioni incluse nel Decreto.
Infine, fatto salvo il punto 1), alla luce di importanti dichiarazioni pubbliche del Sottosegretario di Stato per la Salute, On. Faraone (“Siamo aperti a tutto ciò che … riesce a rasserenare il clima”, “Decreto come strumento di pacificazione sociale”), pensiamo che sarebbe utile al Paese un segnale distensivo. I contenuti del punto 2), infatti, consentirebbero di “mettere in sicurezza” le popolazioni, senza escludere a priori obbligo e ragionevoli sanzioni dove davvero necessario, venendo incontro a istanze istituzionali (Regione Veneto, Liguria, Provincia di Bolzano, Presidente della Regione Lombardia…) e di parti della società civile. Ciò consentirebbe senza rischi per la salute di dar vita a una pausa di riflessione e studio, con la promozione di un sereno confronto scientifico in sedi opportune.
3) Il confronto scientifico (vogliamo sottolineare il termine) andrebbe aperto anche a esperti indipendenti da Società professionali e produttori/industria, e non ricompresi tra chi ha formulato il Piano Nazionale Prevenzione Vaccini/PNPV, prima di procedere con leggi che rendano obbligatorio l’intero PNPV, che contiene molte novità su cui si chiede di aprire il dibattito a una più vasta comunità scientifica.
Motivazione: la preoccupazione di non diffondere allarmi immotivati tra la popolazione, da qualunque fonte provengano, non deve precludere la possibilità di un costante confronto scientifico, in contesti dedicati, come garanzia di miglioramento continuo delle conoscenze indispensabili allo stesso progresso della scienza e al perfezionamento del processo legislativo. La nostra richiesta non è solo “di principio”: vorremmo avanzare ulteriori importanti osservazioni in sedi tecniche opportune, senza che la degenerazione del clima politico-sociale e del dibattito porti a reprimere ogni dissenso, anche se espresso con argomenti scientifici ben supportati.
4) Per assicurare efficacia agli interventi vaccinali e alle azioni di farmacovigilanza, le Regioni e le Province autonome adottano un’anagrafe informatizzata di raccolta dati unica, efficiente e integrata. Occorre prevedere modalità attive di rilevazione dei dati, che includano anche la raccolta degli eventi avversi da parte dei soggetti vaccinati o dei loro famigliari, cui va presentata un’informativa scritta sintetica ma esauriente anche in occasione della richiesta del consenso informato. Va attivato in ogni regione un sistema di raccolta, valutazione e diffusione dei dati sulle reazioni avverse ai vaccini.

Motivazione: aumentare efficienza, trasparenza e credibilità degli interventi vaccinali e autorevolezza delle istituzioni.
5) Gli interventi di cui ai punti precedenti sono offerti nell’ambito della prevenzione primaria in un’ottica di prevenzione attiva, favorendo l’adesione volontaria e consapevole da parte del cittadino, sia ai programmi vaccinali, sia alle altre importanti misure comportamentali e ambientali con valida documentazione di ridurre la trasmissione, la gravità e la letalità delle malattie infettive.
Motivazione: oltre a problemi di dimensioni epidemiologiche assai maggiori di quelli delle malattie prevenibili da vaccino, che pure meriterebbero interventi regolatori (tassazione sui prodotti del tabacco, pubblicità degli alcolici, livelli di grassi trans e di zuccheri aggiunti in cibi e bevande…), vi sono interventi informativi, educativi e di promozione della salute di efficacia documentata nel ridurre specificamente le malattie infettive e le loro conseguenze, che meritano attenzione da parte dei livelli di governo della Sanità (e di altri settori sociali).

Alberto Aronica
Medico di Medicina Generale, Presidente del Centro Studi del Co.S. (Consorzio Sanità)
Vittorio Caimi
Medico di Medicina Generale, Presidente CSERMeG (Centro Studi e Ricerche in Medicina Generale)
Adriano Cattaneo
Epidemiologo, già responsabile del Centro Collaboratore dell’OMS per la Salute Materno Infantile presso l’IRCSS Burlo Garofolo di Trieste
Sergio Conti Nibali
pediatra, direttore della rivista Un Pediatra Per Amico (UPPA), Co-Fondatore del gruppo No grazie, pago io
Vittorio Demicheli
Specialista in Statistica Medica e in Igiene e Medicina Preventiva. Revisore per la Cochrane Collaboration. Già Direttore del Servizio Sovrazonale di Epidemiologia Seremi Asl –Alessandria
Alberto Donzelli
Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, già direttore di SC nelle discipline di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica e Organizzazione dei Servizi Sanitari di base, membro del Consiglio direttivo e del Comitato scientifico della Fondazione Allineare Sanità e Salute
Alice Fabbri
Specialista in Igiene e Medicina Preventiva. Dottoranda di ricerca presso l’Università dell’Insubria e presso l’Università di Sydney. Autrice di uno studio pubblicato su BMJ Open nel 2016 sui rapporti tra società scientifiche italiane e industria farmaceutica
Luisella Grandori
Già: responsabile Centro vaccinale infanzia di Modena, referente vaccinazioni Associazione Culturale Pediatri, collaboratrice (per vaccinazioni infanzia) Dipartimento Sanità Pubblica – Regione Emilia Romagna. Fondatrice del gruppo No grazie, pago io
Tom Jefferson 
Autore – The Cochrane Collaboration – Roma. Senior Associate Tutor University of Oxford Centre for Evidence Based Medicine – Oxford OX2 6GG Regno Unito
Eduardo Missoni
Docente universitario di Salute globale e sviluppo – Specialista in Medicina Tropicale
Massimo Valsecchi
Medico Igienista, già Direttore Dipartimento Prevenzione ULSS 20, Verona, Componente della Commissione nazionale di verifica dell’eliminazione del morbillo e della rosolia

foto di dominio pubblico del Comune di Sesto San Giovanni

Vaccini: la corsa al mercato della 'medicalizzazione preventiva totale'

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Se non vi è capitato in passato di imbattervi in notizie come queste, è il momento di sapere che il mercato farmaceutico sta preparando da anni un vasto piano industriale che prevede l'invasione di nuovi prodotti detti "vaccinali".

Aifa, primi vaccini contro cancro in prossimi 3 anni
Fra 10 anni vaccinazioni contro Alzheimer e abuso sostanzeFonte: ANSA (2014)
E in quell'anno ne abbiamo fatto un approfondimento qui su 5LB Magazine


Vaccini e farmaci, Glaxo scommette 1 miliardo sull'Italia
Fonte: Il Sole 24 Ore (2016)
(Con il senno del 2017 qualcuno penserà: già, che gran scommessa ardita quando sei allo stesso tempo lo scommettitore e il banco...)


Il futuro dei vaccini: investimenti in prevenzione e cultura per garantire salute

[...] nei prossimi anni i vaccini saranno anche usati per prevenire le dipendenze da nicotina e sostanze stupefacenti, neoplasie, diabete, malattie degenerative del sistema nervoso o per trattare malattie autoimmuni e disturbi allergici.
[...] Oggi la sfida è, quindi, quella di far capire alla popolazione, e particolarmente a coloro i quali, più o meno consapevolmente, decidono di non proteggersi con una tecnologia nel tempo sempre più sicura ed efficace, che alcune malattie non sono eradicate e che l'abbattimento delle frontiere rende tutti vulnerabili.

Fonte: Il Sole 24 Ore (2015)

Si deve far capire alla popolazione, e con più forza ai meno consapevoli, che la tecnologia potrà tutto contro ogni genere di malattia. Si deve educare la gente alla vaccinazione, abituarla al fatto che sarà ovunque. È un proposito esplicito, non servono dietrologie.
Da notare: il piano industriale è definito e dato per scontato, ma la sua efficacia? Gli studi su efficacia e sicurezza dei prodotti non sono conclusi, se non neppure cominciati...

È una cultura che avanza, una forma mentis che sta fagocitando il mondo della salute.
Siamo immersi in una cultura positivista spinta dal turbo della finanza e giunta al suo culmine, che nell'ambito della salute chiamerei "cultura della medicalizzazione preventiva totale". 
Si dipinge un mondo in cui nessuno può bastare a se stesso e la biologia non è autosufficiente, ma è sempre e preventivamente dipendente da un intervento esterno e tecnologico
Che in certi casi potrebbe anche essere forzato su ogni singolo individuo per il bene della collettività.

Eppure le evidenze cliniche sono lontane anni luce da una narrazione tanto suggestiva e favolistica.
L'avanzamento tecnologico non è un "bene a prescindere" e porta con sè forti rischi perchè spesso, più che mettere un freno alle malattie, le amplifica e ne produce di nuove.
La sensazione che un vaccino funzioni esattamente come l'antivirus di un computer - che quindi più lo aggiorno e più sono al sicuro - è molto radicata e convincente nell'era digitale, ma decisamente ingenua e surreale.

La comunicazione dei quotidiani sta facendo il grosso del lavoro di mantenimento di questa cultura, distorcendo sistematicamente i fatti in favore di una scienza che non esiste, un'entità dall'aspetto mitologico (con tre teste, le piume e le zanne) oggetto di venerazione religiosa.

Grande successo nella ricerca contro il cancro: vaccini personalizzati contro il melanoma sicuri ed efficaci nei primi studi clinici sull'uomo
Fonte: NewsWeek [ENG]

Ho preso questo esempio perchè è proprio notizia degli ultimi giorni.
Ecco quindi, finalmente i vaccini stanno eradicando il cancro. I vaccini saranno la salvezza dell'umanità. 
Ma neanche un po': 
1- semmai i vaccini sono una precisa road map industriale di inizio millennio, ma dei quali si sa ancora poco o niente.
2- in questo caso specifico si tratta della cosiddetta immunoterapia, cioè un trattamento terapeutico non preventivo in cui la ricerca ripone grandi speranze
3- nella fattispecie si tratta di 2 studi in Fase 1 che quindi non indagano l'efficacia, ma la sola sicurezza del farmaco. 
Perciò non può essere fatta alcuna speculazione sul fatto che questi prodotti funzionino: non si sa se estendano l'aspettativa di vita, non si sa se siano più efficaci dei trattamenti già disponibili. Non si sa neanche di potenziali effetti collaterali.
Un tale titolo iperbolico per la notizia (spalmato su tutti i giornali del mondo) alimenta la fiducia in qualcosa che non esiste e, come spesso accade, che probabilmente non esisterà.
È un piccolo esempio (sì, ce n'è di molto peggio) sul come quotidianamente la cultura della medicalizzazione preventiva totale si autoalimenta.

Non c'è dunque da meravigliarsi dell'isteria generale intorno ad un decreto (al voto oggi in Senato) sull'obbligatorietà dei vaccini (in Svezia direbbero sulla compulsività vaccinale) che rappresenta in pieno le istanze di questa cultura della medicalizzazione preventiva totale, comodamente innestata sul terreno della società mercantile globalizzata, ma ormai del tutto scollegata dalla realtà sperimentale e scientifica.


Delle tre prevenzioni più note (primaria, secondaria e terziaria), ce n'è una quarta che nasce proprio con lo scopo di arginare gli abusi delle altre: la prevenzione quaternaria.
Certamente quella che oggi dovrà riemergere per compiere la propria missione.
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