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Il rompicapo 'metastasi': la ricerca cerca (o finge) di capirci qualcosa

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La notizia della settimana:
Seno, ecco perché si creano metastasi (anche se il tumore è molto piccolo)
Perché ci sono tumori piccolissimi che diventano molto aggressivi? Perché a volte arrivano le metastasi senza che ci sia il tumore originario?
Fonte: Corriere

Due studi, uno americano e uno tedesco, hanno indagato alcuni meccanismi a livello cellulare - e pubblicato in questi giorni i risultati su Nature (1 e 2) - con il fine di comprendere come avvengano le metastasi.
In effetti, nonostante l'ipotesi della diffusione metastatica sia studiata da 130 anni, ancora oggi non se ne è compreso il funzionamento.
Abbiamo già riassunto a grandi linee la storia della ricerca fino ai nostri giorni, e tra i tanti ora si aggiungono questi due studi genetici che cercano di dare risposta alle molte eccezioni che non si riesce a far rientrare nel modello teorico:

Perchè a tumori molto piccoli a volte possono conseguire delle metastasi, mentre tumori molto grossi possono rimanere confinati? Perchè a volte ci sono metastasi senza che neanche ci sia un tumore originario?
Queste due domande sono certamente legittime in un modello teorico in cui il cancro è considerato un guasto nell'informazione genetica di una cellula, il quale si propaga nell'organismo guastando le altre cellule in modo casuale.

Ma le stesse due domande assumono un tono grottesco, di sorprendente e assurda incoerenza, se le si sposta all'interno del modello delle 5 Leggi Biologiche.
Poichè il lettore del 5LB Magazine ha mediamente compreso e integrato questo modello, propongo di provare a percepire l'attrito logico che si genera dalla lettura delle conclusioni di due studiosi del modello metastatico, Massimo Di Maio (consigliere nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica) e il professor Julio Aguirre-Ghiso (che ha partecipato di persona allo studio americano):

[Con questi studi] “facciamo un passo avanti nella comprensione di situazioni particolarmente sfortunate come quelle in cui, nonostante la neoplasia sia scoperta e asportata ancora molto piccola, in fase precoce, poi si sviluppano metastasi. Oppure addirittura la paziente arriva alla diagnosi già metastatica, senza che il tumore iniziale si sia ancora sviluppato Massimo Di Maio.

“I nostri risultati potrebbero fare luce su fenomeni giudicati tuttora inspiegabili, come ad esempio il fatto che il 5% dei pazienti oncologici nel mondo presenti metastasi pur non avendo un tumore originario e, soprattutto, potrebbero spiegare perché sia così difficile trattare il cancro una volta che si è diffuso” professor Julio Aguirre-Ghiso.


LA PERCEZIONE FORZA E CANCELLA I DATI SENSORIALI
È un meccanismo percettivo ben noto: ogni cervello possiede una serie di conoscenze, strutturate nell'esistenza attraverso l'educazione e l'esperienza.
Più un cervello è educato e ha rinforzato le proprie conoscenze e credenze, più sarà propenso ad aggregare le nuove informazioni che riceve dal mondo insieme a ciò che già conosce.
Se le nuove informazioni non sono conciliabili con ciò che già conosce, cioè non sono coerenti con il quadro di riferimento, vengono cancellate.
È quel meccanismo che emerge con forza ogni volta che litighiamo con qualcuno: sentiamo quello che vogliamo sentire e vediamo quello che vogliamo vedere, operando cancellazioni e forzature sulle informazioni ricevute.
In misura più o meno marcata lo facciamo tutti.
O capita anche a chiunque di interpretare un film in base ai propri gusti ed esperienze cinematografiche: ogni individuo estrarrà dal medesimo film un significato diverso.

Ora, in scienza il modello che vuole spiegare un fenomeno viene messo alla prova con la sperimentazione: se il modello è valido, i dati sperimentali saranno coerenti tanto più il modello è preciso nella rappresentazione della realtà.
Oggi il modello metastatico appare prossimo alla decadenza, perchè la sperimentazione richiede sempre più sforzi nel tentativo di fare rientrare le eccezioni che sfuggono alla regola.
Quando le eccezioni prendono il sopravvento sulla regola, il modello perde forza e viene progressivamente sostituito da nuove ipotesi.
Come sostiene Stephen Hawking: "Un modello è soddisfacente se è elegante. Comprende pochi elementi arbitrari o modificabili. È in accordo con tutte le osservazioni esistenti e le spiega."

Negli studi sopra citati, l'inspiegabile eccezione che non rientra nel quadro del modello metastatico sono le metastasi senza tumore originario, cioè i tumori considerati "secondari" che compaiono da soli, senza che la propria causa necessaria (il tumore "primario") si sia neppure sviluppata.
Per esempio un mesotelioma alla pleura o un linfoma considerati "secondari", senza che vi sia traccia di altre neoplasie nell'organismo.

Le 5 Leggi Biologiche sono un modello strutturale che dispiega con una linearità disarmante il massimo comune denominatore dei fenomeni biologici, riassorbendo ogni eccezione "metastatica" con elegante semplicità.
Tanto semplice che anche il principio problematico di "primario e secondario" decade.

In questo periodo di stallo in cui, nonostante la disponibilità di mezzi e tecnologie, la ricerca non trova vie di uscita; in cui l'indagine diventa sempre più ossessiva e microscopica, dettagliata e quindi complessa, osserviamo che le eccezioni non si riducono ma, al contrario, si moltiplicano.
Conosciamo sempre meglio i COME, ma non abbiamo la più pallida idea dei COSA e dei PERCHÈ.
Sprofondati nell'incertezza di fenomeni inspiegabili, il panico regna indiscusso nel mare dell'oncologia.

Forse qualche lettore ne avrà esperienza diretta, e drammatica, di quella "caccia al tumore primario perchè altrimenti non si spiega una certa diagnosi".
Un linfoma che non si può spiegare se non con una corsa contro il tempo per trovare il supposto "tumore primario" che lo avrebbe originato.
È evidente che si tratta di una situazione capace di mettere in pericolo la persona, sia per motivi strettamente di sovra-diagnosi, sia (e soprattutto) per la cascata conflittuale che ne può conseguire.
Infatti non è raro vedere una persona, perfettamente in salute e in forma, cominciare a stare male solo dopo un "incidentaloma" (cioè una diagnosi avvenuta casualmente) e vedere degenerare irrimediabilmente il suo quadro clinico in pochissime settimane.
La causa (e la colpa) di tale tracollo sarà certamente annoverata nelle statistiche dei registri dei tumori, e questi numeri saranno perfettamente coerenti con il modello teorico di riferimento.
Tuttavia possiamo ben renderci conto che gli stessi numeri, osservati nel modello di riferimento 5LB, hanno tutt'altro significato.

Emergenza meningite? Devo correre a vaccinarmi?

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C'è in corso oggi e in questi mesi, in Italia, un'emergenza meningite?
È importante correre a farsi vaccinare?
Sospendendo per ora l'analisi causale dei sintomi etichettati con il nome "meningite", torniamo ai dati oggettivi ufficiali, che sono sufficienti a dare una risposta precisa:

NO.

- Siamo tra i paesi a incidenza più bassa (ben al di sotto dei 2 casi ogni 100.000: 0,10 nel 2015)


Fonte: Istituto Superiore della Sanità, tabella 8


- "le attuali raccomandazioni internazionali indicano l'opportunità di introduzione della vaccinazione su larga scala nell'area geografica interessata quando l'incidenza e' superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell'arco di tre mesi."
Ovvero: 100 volte tanto i casi odierni.
Fonte: Gianni Rezza - Istituto Superiore di Sanità, tramite AGI 


- In Toscana la campagna vaccinale straordinaria ha aumentato fortemente la copertura, ma ad oggi l'incidenza non sembra diversa e nemmeno tra i vaccinati: "Nel 2016, su 32 casi accertati, i pazienti vaccinati e ricontagiati sono già 6, quasi il 19%, contro l’8% scarso dell’anno scorso. Un dato che deve fare riflettere. Soprattutto alla luce del fatto che i vaccinati in Toscana sono circa 700mila su 3,7 milioni di residenti.".
Se il vaccino per il ceppo C è efficace, sembra al limite ridurre i sintomi.
Fonte: Istituto Superiore della Sanità, tramite IlTirreno

- Inoltre "la regione Toscana sembra avere 3 volte più casi rispetto alle altre regioni" solo perchè usa un tipo di test clinico più sensibile e preciso.
"Anche nelle altre regioni c'è lo stesso numero di casi, solamente che non lo sanno".
Questo significa che, nonostante la psicosi, la situazione in Toscana è identica rispetto al resto del territorio.
Fonte: Chiara Azzari, responsabile centro di immunologia pediatrica ospedale Meyer, tramite AdnKronos


- "la circolazione dei germi che causano la malattia è nella norma, in linea coi numeri degli ultimi anni".
Anzi, i numeri sono in calo.
Fonte: Ministero della Salute tramite ilSole24Ore


Nel rispetto della tua personale percezione biologica, se sei terrorizzato nonostante le rassicurazioni del Ministero (condizione che può essere ben peggiore dell'attivazione di un batterio), puoi certamente seguire il consiglio dello stesso Gianni Rezza: "l'offerta vaccinale gratuita è limitata alla Toscana, perché qui si è registrato il maggior numero di casi. 
Nelle altre regioni chi vuole vaccinarsi può comprare il vaccino o farselo segnare dal medico di famiglia, ma non ci sono raccomandazioni specifiche". 

Ma è colpa degli immigrati?

La remissione spontanea del cancro è possibile?

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Nel volume cartaceo di 5LB Magazine“Le Recidive”, Luciana Giordo (Counselor in Psicosomatica) tratta con un articolo interessantissimo il tema delle remissioni spontanee.

Le remissioni spontanee (o guarigioni spontanee) sono possibili e, anzi, sono molto più frequenti di quanto non si creda. 

Luciana Giordo, grazie ad una intensa e approfondita ricerca, ci fa percorrere un viaggio in questo affascinante argomento fornendoci numerose fonti ufficiali e dati oggettivi per poterne studiare i dettagli.

“La letteratura medica segnala esempi in cui la malattia scompare senza che questo sia riconducibile alle terapie realizzate [...] Sono casi che dimostrano che la malattia è un’esperienza che può essere vissuta in modo unico da ogni persona portando ai decorsi più diversi”.

Un articolo che può aprire la mente alla possibilità della guarigione, se si supera la convinzione che, data una diagnosi, il destino sia ineluttabilmente segnato allo stesso modo per tutti.

All’interno del modello delle 5 Leggi Biologiche - in cui non si può prescindere dalla stretta interconnessione di psiche, cervello e organo - si può trovare la risposta a:
  • come avviene una "remissione spontanea" in termini biologici?
  • cosa ostacola la sua attuazione quando siamo incastrati in meccanismi quotidiani chiamati “recidive”?
  • quali sono i fattori che accomunano le persone che hanno realizzato "remissioni spontanee"?
Una cosa è certa e di conforto per tutti: le esperienze concrete di remissione spontanea, riconosciute e certificate come tali dalla medicina, sono la dimostrazione che la "guarigione"è un fatto biologico (ovvero una porzione di curva bifasica) anche per quelle "malattie" considerate inguaribili.

Luciana Giordo vive ed opera in Sardegna come Counselor in Psicosomatica e Consulente sulle 5 Leggi Biologiche.
Per saperne di più visita la sua pagina facebook https://www.facebook.com/counseling.in.psicosomatica/ o contattala via email luciana.giordo @ psicosomatica.eu .

Il lavoro di Luciana è a pagina 39 della monografia di 5LB Magazine“Le Recidive”

Film-terapia in ospedale: i primi effetti si vedono sul dolore.

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Interessante studio quello promosso da MediCinema e coordinato dai ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Gemelli, in collaborazione con il Niguarda di Milano, che ha introdotto la "film-terapia" in ospedale per osservare le variazioni del dolore su 240 pazienti ricoverati di cui 120 bambini.
Lo studio è stato avviato a settembre 2016 (e chiuderà la sua prima fase a marzo 2017) 

I primi dati hanno rilevato un miglioramento della percezione del dolore dal 20% al 30 %.

Film-terapia funziona, cinema riduce percezione del dolore
Fonte: AdnKronos

Se semplicemente guardando un film il dolore si riduce, questo significa che è avvenuto un cambiamento nella percezione della persona sofferente, tale da attenuare, se non addirittura sospendere, il malessere. 
Conoscendo le 5 leggi biologiche possiamo provare a dare una spiegazione a questo fenomeno.

In un ambiente di ricovero ospedaliero dove è difficile sentirsi a casa, e in caso di degenza prolungata non è improbabile sentirsi soli e senza punti di riferimento, al paziente viene offerto qualcosa di nuovo e concreto: l’opportunità di guardare un film. Ma soprattutto, come sottolinea l’articolo, lo può fare in compagnia dei suoi amici e parenti

Già la “distrazione” può avere di per sè un effetto terapeutico che permette alla persona di rivolgere l’attenzione altrove spostandola dalla "malattia", ma c’è di più.
Il fatto di poter condividere questo momento di svago con qualcuno di caro è un elemento che fa sicuramente la differenza.
Il “quadretto famigliare” che si crea davanti a un film non vi fa pensare alla sensazione “mi sento a casa”,“mi sento tornato nel mio habitat naturale”

In un contesto del genere la persona può allentare, momentaneamente, il sentito viscerale del “profugo”, del “sentirsi un pesce fuori dall’acqua”, così che i suoi tessuti in riparazione (PCL), possano drenare via attraverso una cospicua minzione un po' di liquidi, sia a livello generale che a livello locale, e alleviare in questo modo il dolore. 

Alla luce delle 5LB sarebbe stato interessante poter registrare nello studio quanti dei pazienti nella sala cinema abbiano avvertito, ad un certo punto della proiezione, l’impellente necessità di correre a urinare! 
Il monitoraggio di questo dato sarebbe stato un esempio di verifica concreta, e una conferma evidente, di come funziona uno dei meccanismi più significativi messi in risalto dalle leggi biologiche. 

La film-terapia può sicuramente essere un ottimo intervento in alternativa o in supporto al farmaco, e va considerato un intervento sintomatico.
L’intensità del dolore, oltre ad essere soggettiva in base alla soglia di dolore che ciascuno ha, è soggettiva soprattutto per il significato che gli viene attribuito dal singolo individuo
Se il dolore viene vissuto come il segnale che un organo non funziona bene o addirittura che c’è qualcosa che, a prescindere da noi, sta distruggendo parte del nostro corpo, diventa motivo di angoscia che non fa altro che peggiorare il quadro clinico. 
Se invece al dolore si può dare un significato del suo esistere con un senso bio-logico, allora c’è un poco più di spazio per accoglierlo e poterlo accompagnare. Per chi ha la rivista ZERO, il testo "L'esperienza di un dolore" ne è un esempio chiaro.
Un altro esempio è il dolore del parto che, nonostante l’intensità, può essere accettato e sopportato per l’immenso dono che sta portando con sé; o il dolore durante la convalescenza per un osso rotto in riparazione viene vissuto senza angoscia o minaccia per la propria vita, perchè sappiamo che se restiamo bloccati a letto aiutiamo la cicatrizzazione.

La conoscenza delle 5 Leggi Biologiche è una vera rivoluzione scientifica, ma soprattutto umana. Con essa possiamo dare un senso ad ogni dolore, tranquillizzarci un po' sul significato di ciò che sta avvenendo e ridurre gli effetti del conflitto del profugo che uno stato di paura tende ad accentuare. 
In questo contesto gli ospedali diverrebbero un ricovero di riposo, in cui la persona si autorizza a fare la propria convalescenza accompagnando i suoi processi biologici...e vedere un film in compagnia non sarebbe più una distrazione ma un momento di piacere voluto e cercato.

Stasera il 'Metodo Hamer' in TV!! Il vademecum di 5LB Magazine per una mente ordinata

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Questa sera (lunedì 16 gennaio) sentiremo ripartire il disco rotto del "Metodo Hamer".
RAI 3 ha infatti deciso di fare una trasmissione con il titolo "Ciarlatani" per affrontare il delicato tema della libera scelta terapeutica e di chi affida la propria salute a personaggi di dubbia professionalità se non a veri e propri truffatori.
In questa puntata il dott.Hamer sarà al centro dell'attenzione, come è esplicito nel video promo. Forse ci sbaglieremo, ma l'impostazione dà l'impressione di propendere ad una semplice gogna mediatica piuttosto che ad un'onesta indagine giornalistica.

SCHIERARSI O SCHIARIRSI ?

Poichè già ad aprile, e poi ancora a settembre, i media hanno sollevato la questione con grande disordine, è il caso di preparare in anticipo il terreno, separando il grossolano dal sottile, per chiarire i termini, i sottointesi e i fraintendimenti.
Per chi stesse leggendo senza conoscere le 5 Leggi Biologiche, prima di proseguire spieghiamo che le 5LB (acronimo) sono la scoperta fatta negli anni 80 dal più famoso (rispetto alle sue scoperte) dott.Hamer.

Personalmente osservo almeno quattro ambiti diversiche si intrecciano e confondono la comunicazione intorno alle 5LB, ambiti che ritengo vadano ora estratti uno a uno e messi in fila, al loro posto.
Eccoli di seguito, in una sorta di vademecum per l'ordine mentale:


1- AMBITO DEL COMMERCIO DELL'INFORMAZIONE

Il primo ambito è quello giornalistico e del commercio dell'informazione: poichè le notizie sono merce che si vende e la competizione è efferata, il marketing è anche estremamente aggressivo tanto da arrivare a contraffare il prodotto stesso.
Non dico niente di nuovo e sconosciuto sul tema del sensazionalismo o sui "reporter d'assalto" in stile "Iene", per antonomasia.
Un modo capzioso di creare notizie che frutta molto e, non sempre ma spesso, distorce i fatti per allinearli a una diffusa indignazione popolare, cosicché si possa vendere un prodotto per il quale c'è molta domanda sul mercato.
La degenerazione di questo fenomeno ha raggiunto oggi livelli parossistici, con la nascita di testate giornalistiche che producono scientemente notizie completamente false ma richieste da un grande pubblico, e sappiamo bene che questo è un tema di grande attualità a livello mondiale.
Dunque, affinché ciò di cui si parla sia intelligibile, come primo passo va estratto e scremato questo primo strato superficiale e grossolano che non produce informazione ma polemica e commercio.
Polemica e commercio sono fattori che si alimentano, perchè più c'è polemica e meglio il prodotto si vende, per tutti i fronti: ve lo dice il 5LB Magazine, che quando i giornali parlano di "Metodo Hamer", "lo share" schizza alle stelle.


2- AMBITO DI CHI CONOSCE E PROPONE LE 5 LEGGI BIOLOGICHE

Il secondo ambito è quello della modalità con cui si acquisisce la conoscenza di queste scoperte, le 5 Leggi Biologiche, e di come le si propone.
Il modello delle 5LB è molto complesso, prima ancora che a livello nozionistico lo è a livello concettuale: poichè si tratta di un ribaltamento di paradigma, più che con un corpo teorico di informazioni da acquisire si ha a che fare con una lunga e impegnativa ristrutturazione della forma mentis.
Un percorso tortuoso per il singolo individuo, e per questo ancor più tortuoso e lento a livello sociale.
Siamo oggi in una fase "embrionale" (solo 30 anni dalla primissima scoperta del dott. Hamer) in cui si intuisce largamente il potenziale di queste conoscenze e se ne fanno sperimentazioni, che saranno sempre più ordinate e strutturate fino ad essere accolte in ambito clinico; la loro applicabilità "universale", cioè in ogni ambito persino al di fuori della salute, le rende un dono straordinario con un valore inestimabile.
Usiamo spesso la metafora della "mappa", perchè in effetti per un qualsiasi professionista che si occupi in senso lato dell'essere umano (specialmente nel campo della salute), entrare nell'era delle 5LB è come per un escursionista nel deserto entrare nell'era del GPS.
Al principio di questa era in cui si comincia a mettere in campo questa mappa tanto precisa e dettagliata, c'è grande fermento e tanti provano a maneggiarla con le proprie competenze.
In questi tentativi, i diversi professionisti della salute mettono le proprie arti, da quelle psicologiche a quelle naturopatiche a quelle strettamente mediche. Essi non cambieranno gli strumenti di lavoro, perchè non sono altri che i propri; non cambieranno nemmeno la deontologia professionale, né la propria etica: avranno invece una visione decisamente più ampia, dettagliata e completa dei fenomeni su cui operano.
Per intenderci, è evidente che gli impacchi di erbe o l'omeopatia sono strumenti terapeutici ben noti e usati, ma non sono strumenti delle 5 Leggi Biologiche, né hanno alcuna relazione con Hamer (nonostante l'insistenza degli organi di informazione).
Per questo non può esistere alcun metodo prescritto, come il supposto "Metodo Hamer" che è una ciarlataneria mediatica creata da chi non conosce le 5LB, presa poi in prestito da chi ne ha solo sentito parlare (inclusi i cosiddetti debunker).
Qui l'elemento grossolano da scremare e mettere al suo posto è quel modo distorto di proporre le 5 Leggi Biologiche (o addirittura il "Metodo Hamer") come metodo terapeutico se non addirittura miracoloso, o peggio il metodo che rifiuta le cure, un abuso di approssimazione che fa chiaramente gioco a chi dello screditare fa una professione.
Le vicende giudiziarie che coinvolgono professionisti "hameriani" possono quindi riguardare la deontologia di una professione, ma non l'esistenza e lo studio delle leggi biologiche in sé.

Da questo punto si discerne e deriva il terzo ambito.


3- RUOLO E COMPETENZE

Il terzo ambito è quello del ruolo e della posizione, del chi fa che cosa.
Se le 5LB sono una mappa molto potente per conoscere il corpo umano, se stessi e gli altri, impugnarla non dà il diritto di assumere un ruolo che non si ha e non compete.
Si tratta di fare chiarezza nei ruoli: per esempio chi è un animoso studente di queste nuove conoscenze, chi di mestiere fa il terapeuta (di qualsiasi estrazione) e chi di mestiere fa il medico. Ovviamente ogni categoria ha il proprio ruolo, competenze ed etica professionale.
Strettamente connesso a questo è l'ambito delle frodi, dei raggiri con intenzioni malevole, nel quale si mettono i cosiddetti "ciarlatani".
Non c'è molto da farne questioni, perchè è una competenza esclusivamente delle categorie professionali e al limite si tratta di illeciti di competenza giudiziaria.


4- AMBITO DEI DOLORI PERSONALI

Nella confusione di "inizio era 5LB", lo scontro di fazioni si crogiola nella rabbia, tra vicende famigliari dolorose, sofferenze personali e difese violente e acritiche delle proprie identificazioni (personali, culturali, professionali...approfondisci con un mio articolo sul sito di Salute Attiva Onlus).
È soprattutto da questo bacino emotivo che viene la forte "domanda di mercato" di un'informazione provocatoria, creata per costruire la polemica anche a costo di produrre notizie capziose, distorte o totalmente false.
Anche qui, dunque, è una questione di deontologia professionale, quando chi fa comunicazione mette sulla bilancia da una parte l'etica e dall'altra la tentazione di cavalcare un'informazione contraffatta ma profittevole, se non mette sul piatto direttamente la volontà di spettacolarizzare e strumentalizzare dolori laceranti.
La sfera emotiva che circonda le vicende di salute è senza dubbio l'elemento più difficile da mettere al suo posto in questa confusione generale - cautamente con guanti di velluto! - ancor di più quando le reazioni di dolore vengono amplificate intenzionalmente dai media.
È difficile perchè entriamo tutti in risonanza.


COSA SONO QUINDI LE 5 LEGGI BIOLOGICHE?
PRECISAZIONI CHE ABBIAMO GIÀ FATTO IN PASSATO

Lo scontro mediatico, più o meno intenzionale, spinge spesso le persone a ciarlare, propriamente, di argomenti di cui non si ha assolutamente nessuna esperienza.
Ad aprile, proprio nella necessità di chiarire i concetti di base, abbiamo pubblicato un articolo di Simona Cella a commento di una sua intervista a La Repubblica (questa invero eseguita con onestà intellettuale), in cui spieghiamo ai giornali cosa sono e cosa NON sono le 5 Leggi Biologiche. 

L'articolo:
Una risposta al caso giudiziario del medico torinese che fa il 'Metodo Hamer'

E qui un'altra intervista successiva de Il Secolo XIX a Mark Pfister


LA TRASMISSIONE RAI E TUTTO IL PREVEDIBILE DI UN DISCO ROTTO

Nelle prossime ore gli organi di informazione probabilmente "vedranno rosso", di nuovo, e si riaccenderà la fruttuosa polemica, magari a partire da alcune storie strazianti vendute dalla trasmissione RAI che andrà in onda stasera.
Capiterà ancora in futuro: osserviamo il fenomeno provando a scremare il grossolano dal sottile, tenendo separati i diversi ambiti.
Visto che questa volta siamo in anticipo sull'ondata sensazionalistica, avvisiamo gli amici condividendo questo articolo, così che possano preparare lo spirito critico per non cadere nel classico del giorno dopo "hai visto Hamer che casino è successo?".

Intanto il 5LB Magazine assume naturalmente la "missione" di chiarire cosa siano queste 5 Leggi Biologiche, e non solo a livello nozionistico.
Se sei totalmente digiuno, procedi con i primi 7 passi per le 5LB
e inizia a seguire questa pagina su facebook (se già non la segui)

Se l'argomento ti interessa, hai qualche perplessità e vuoi capire molto meglio, allora partecipa al convegno che l'Associazione Salute Attiva Onlus sta organizzando proprio su questo tema, a Milano sabato 25 Marzo, in collaborazione anche con 5LB Magazine.
L'obiettivo del convegno è infatti esattamente questo:

FACCIAMO CHIAREZZA SULLE 5 LEGGI BIOLOGICHE
Segui l'evento su facebook

Invitiamo tutti, curiosi, studiosi, professionisti, medici e giornalisti che abbiano il genuino interesse a schiarirsi le idee.

L'unico contraddittorio nella trasmissione di RAI 3: cosa ne è rimasto? Confronta la versione integrale.

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La trasmissione di RAI 3 si è rivelata effettivamente una gogna mediatica, come previsto.
Si è trattato di casi e vicende personali, ma nulla è trapelato su cosa siano le 5 Leggi Biologiche: nessuno sarebbe in grado di dirlo a fine trasmissione.
Il dolore delle famiglie è risuonato fortemente, ed è rimasto solo quello.
Non è facile, lo abbiamo preventivato, ma vanno separati gli ambiti. Ripassali in questo articolo, ripensando a come è stata costruita la trasmissione.

Tra i numerosi accusatori del processo mediatico, due persone hanno rappresentato il contraddittorio: Helmut Pilhar e Mark Pfister.
Di quest'ultimo abbiamo l'intervista completa: chi ricorda quei 2 minuti di intervista ricavati dai tagli, può ben comprendere che, del messaggio contenuto nei 75 minuti reali, non è rimasto davvero niente.

P.S.: lo studio scientifico citato nel video sull'efficacia della chemioterapia al 2% è in questo link.







La diagnosi e gli effetti della paura

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Se non si è avuta l'occasione di fare conoscenza e un po' di integrazione personale della veridicità del modello delle 5 Leggi Biologiche sulla propria biologia, in caso di recidive (conflittuali e locali) si hanno maggiori difficoltà a verificare e a sostenere il processo in corso.
La paura di una diagnosi di grave malattia e la paura del dolore sono due aspetti strettamente correlati, e possiamo immaginare che quando “la paura fa il 90%” diventa quasi impossibile mantenere la calma e decidere sul da farsi. 

Chi è coinvolto in prima persona si vede catapultato in un girone dantesco in cui ogni quotidianità diventa difficile da gestire, perchè si diventa inspiegabilmente incapaci di fare anche le più semplici scelte personali.
In tale percezione di smarrimento e pericolo si può comprendere (e quasi aspettarsi) l’aggravamento delle condizioni per via della possibile attivazione di diversi processi biologici, tra i quali il più noto è il programma del Profugo (scopri perchè crea complicazioni)

Gianni Giannella, dentista di Torino e conoscitore ventennale delle leggi biologiche, nel suo lavoro pubblicato nel volume monografico “Le Recidive”, mette in evidenza questi aspetti attraverso il racconto di due casi molto intensi e significativi da lui seguiti come consulente sulle 5 Leggi Biologiche. 

Leggi l'articolo completo La diagnosi e il dolore: due specchi riverberanti sul volume monografico di 5LB Magazine “Le Recidive”

Il Dott. Giannella lavora a Torino come dentista odontoiatra, docente e consulente sulle 5 leggi biologiche. Per contattarlo visita il sito dei Docenti 5LB 

Il livello cognitivo ha influenza sulla biologia?

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Chi conosce le 5 leggi biologiche sa che il fenomeno dell’attivazione dei programmi biologici non avviene a livello razionale, cioè in modo ragionato, ma il tutto si svolge sui tre piani quali il piano emotivo (psiche), quello delle aree cerebrali e quello organico.
Diremmo in modo inconsapevole o, in termini biologici, “viscerale”.

Eppure la ragione ci muove nel mondo, ci permette di compiere delle scelte, continuamente.
Che influenza ha quindi sui processi biologici?

Matteo Sinatti, dott. in psicologia, ipnotista e conoscitore delle 5 leggi biologiche, lavora quotidianamente con questo "livello".
Quando parliamo di "malattie", lo sappiamo, parliamo sostanzialmente di "recidive", di schemi ripetitivi, di percezioni e reazioni nelle quali un organismo resta intrappolato, provocando reazioni fisiche che possono divenire invalidanti.

A pagina 46 del volume monografico di 5LB Magazine LE RECIDIVE, Matteo Sinatti espone la sua esperienza sul ruolo che la mente razionale, o più nello specifico il "livello cognitivo", assume per la persona che cerca di uscire da questi meccanismi.

Perchè sì, il livello cognitivo ha influenza su quello biologico.


Il dott.Matteo Sinatti vive in Toscana e opera su tutto il territorio nazionale, proponendo corsi e consulenze.
Per informazioni (il suo sito ne è molto ricco) e per contattarlo: www.ipnosieautocontrollo.it

Si può convivere con la “malattia”?

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Martina Menegon, fisioterapista e consulente sulle 5 Leggi Biologiche, ha composto un racconto di vita, di cui ha avuto esperienza in qualità di terapeuta, in modo molto intenso e allo stesso tempo delicato.

Martina ci ha raccontato la storia di una donna straordinaria, Sabrina (nome di fantasia), che ha saputo fare (e sa fare tutt’ora) uso di risorse proprie per poter adattare al meglio la sua vita di mamma, moglie, donna, in una società in cui avere serie difficoltà motorie ti porta a fare i conti con svalutazione e discriminazione.

La sua incredibile capacità di trovare la strategia migliore invece di soccombere come vittima della sfortuna, mi ha fatto commuovere ed emozionare positivamente, perchè Sabrina è la dimostrazione di come la conoscenza dei processi biologici, l’attitudine e la motivazione personale permettono di non disperare ma di superare gli ostacoli come farebbe l’acqua che scorre tra le rocce e trova il suo passaggio.

Un grande esempio di come stare quotidianamente attivi, pazienti e fiduciosi nella gestione di recidive anche fortemente debilitanti, concedendosi la possibilità di realizzare, a dispetto di ogni prognosi, una vita come qualsiasi altra donna.

La storia di Martina si trova nel volume LE RECIDIVE del 5LB Magazine: spero che possa emozionarti come è successo a me.

Martina Menegon vive e lavora in Veneto come fisioterapista e consulente sulle 5 Leggi Biologiche.

Un testimone oculare di 'recidive rabbiose'

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Giorgio Beltrammi, infermiere romagnolo e uno dei maggiori divulgatori delle 5 Leggi Biologiche in Italia, attraverso il suo racconto nella monografia del 5LB Magazine “Le Recidive”, ci espone ciò che in prima persona ha potuto vivere e osservare nel suo prezioso ruolo in sala operatoria. 

Nello specifico Giorgio spiega il fenomeno della ”cirrosi epatica” secondo il modello delle 5 Leggi, ma il suo contributo si arricchisce con il racconto di ciò che ha potuto e può vedere con i propri occhi durante un intervento chirurgico: tessuti fortemente cicatrizzati, induriti e fibrotici, a causa di schemi ripetitivi (detti recidive) come le 5 Leggi Biologiche insegnano.

La sua professione di infermiere lo rende particolarmente sensibile nella divulgazione delle 5LB, perchè quotidianamente è in contatto con persone incastrate in meccanismi ripetitivi che producono masse e fibrotizzazioni a tal punto da necessitare di una pulizia chirurgica, e conosce molto bene la sofferenza che accompagna queste esperienze e la delicatezza con cui approcciare la persona sofferente. 

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L’aneddoto è stato l’occasione per Giorgio di affrontare il tema de “Le Recidive” e lo trovi pubblicato nella monografia cartacea.


Giorgio Beltrammi è autore del sito La Natura Non Crea Sfigati.

L’importanza delle recidive locali nelle “malattie degenerative”

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Quanto incide la recidiva locale sul dolore cronico?

A coloro che soffrono di dolori ossei, muscolari, articolari, capita sovente di andare a fare delle indagini diagnostiche come raggi X e risonanze magnetiche.
Generalmente si tende a imputare la sofferenza e l’inefficienza funzionale all’alterazione del tessuto, il quale, nel corso degli anni, ha subìto modificazioni strutturali evidenti. Per esempio un dolore alla schiena può essere imputato ad uno scostamento dei dischi vertebrali.
In realtà scopriamo che, a prescindere da qualsiasi alterazione strutturale, le recidive locali possono spiegare il dolore, ma sono oggi un elemento troppo sottostimato o ignorato, persino nello stesso ambito delle 5LB, quando la "ricerca del conflitto" le lascia in secondo piano.

Andrea Giannini fornisce su 5LB Magazine numerosi riferimenti bibliografici sull’argomento, e ci spiega quanto i ripetuti conflitti locali sui tessuti di sostegno e di movimento siano inevitabili.

Il lavoro completo dal titolo “Le degenerative motorie”è consultabile sulla monografia del 5LB MagazineLE RECIDIVE.

Andrea Giannini è fisioterapista e osteopata a Rimini, ha una pagina facebook L'enneagramma biologico del corpo umano e può essere contattato qui: angiannini@gmail.com

La parodontite accorcia la vita? 5LB: una fotocamera ad altissima risoluzione che svela i dettagli

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Avrete probabilmente letto in questi giorni di quello studio molto battuto dai giornali, sulla correlazione tra caduta dei denti e aspettativa di vita.

L'allarme degli esperti sui denti: perderli riduce aspettativa di vita
La ricerca condotta da Oral Health Foundation: "Perdere denti è legato ad altre condizioni cliniche, come malattie cardiache e diabete"
Fonte: Il Giornale

Il numero di denti perduti può influenzare l’aspettativa di vita: ecco perché
Fonte: FanPage

Lo studio mette in mostra primariamente una correlazione statistica (si chiama
Tooth loss as a predictor of shortened longevity) perchè si è visto che un anziano che ha perso meno denti in media vive di più.
I fattori in gioco sono illimitati, ed è per questo che la salute dei denti potrebbe essere considerata un indicatore di longevità, come lo potrebbero essere i capelli bianchi, ma non una causa nella riduzione dell'aspettativa di vita.
Lo studio mette anche in risalto il possibile effetto della caduta dei denti sulla qualità della vita, ipotizzando che possa influenzare direttamente la longevità, ed è ben comprensibile come una qualsiasi invalidità sia un fattore che complica la vita quotidiana.

Tuttavia è insidioso il rischio di scivolare nella tentazione di annunciare la scoperta di una relazione di causa-effetto, invece di un semplice indicatore: "una buona igiene orale può migliorare anche l'aspettativa di vita: vale la pena prendersi cura della propria dentatura" "Perdere denti è legato ad altre condizioni cliniche, come malattie cardiache e diabete" (Il Giornale).
"Se si vuole arrivare a vivere cento anni, è bene tutelare la propria igiene orale. Perdere i denti può infatti avere un impatto negativo sulla nostra longevità." (Fan Page)

Il messaggio sui quotidiani si distorce facilmente, diventando ipnotico: devi tutelare la salute (anzi l'igiene) dei tuoi denti, altrimenti rischi malattie cardiache e diabete, e la tua vita si accorcia.

Se invece fosse: "chi ha perso i denti ha affrontato sotto certi aspetti (percettivi) una vita più dura di un altro e i tessuti si sono logorati rapidamente in un loop di processi biologici recidivanti. In media un organismo in queste circostanze vive di meno."
In questo caso la perdita dei denti apparirebbe precisamente come un marcatoreche segnala che quell'individuo ha affrontato nella sua vita delle sfide da lui percepite in un modo ben definito.
Mentre una particolare cura nell'igiene dei denti sarebbe un tentativo di tamponare gli effetti di qualcosa a monte (lo stesso studio in questione cita il peso delle condizioni sociali ed economiche).
Poi una qualsiasi disabilità, come la perdita dei denti o di un arto, rende la vita ancora più faticosa e sfidante, con ulteriori necessità di adattarsi a situazioni precarie, è chiaro.

Ma possiamo realmente prevenire le disabilità?
Posso prevenire le sfide della vita?
A maggior ragione, posso ritenere garantito che se lavo i denti di più e vado a fare controlli più spesso, i miei denti saranno più sani? E che se saranno più sani sarò al riparo dagli infarti?
Negli anni, quanto influirà sulla mia qualità di vita questo dubbio, e la conseguente apprensione (se non ossessione) di non avere fatto abbastanza?

Possiamo notare, ogni giorno, quanto l'eziologia delle "malattie" sia un campo ancora misterioso, sterminato e per questo eccezionalmente attraente e intrigante.
Il metodo statistico, che oggi domina questo ambito, attraverso infiniti fattori scatta una fotografia panoramica della società, e da questa possiamo trarre informazioni importanti; ma dall'altra parte crea una giungla probabilistica inestricabile per il singolo individuo che cerca di scegliere per il proprio unico meglio.
Il risultato nel microcosmo personale è spesso una sensazione di dubbio e confusione.
La fotografia è chiara, ma il dettaglio si perde. 

All'alba del terzo millennio, le 5 Leggi Biologiche hanno fornito degli strumenti ad altissima definizione per l'indagine individuale, che permettono di completare la visione panoramica e probabilistica entrando nel dettaglio della persona unica e irripetibile.

Sarà allora possibile osservare il disegno più grande, ma anche abbozzare una risposta per le domande: perchè mia nonna ha perso i denti? E perchè in quel periodo così giovane? Perchè la tua invece non li ha persi? E perchè la mia ha vissuto comunque più della tua?

A questa pagina qualche strumento ad alta definizione: il perchè della MIA parodontite.

Troppi interventi con gli stent alle coronarie. Una storia vera e le evidenze più recenti

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Quell'uomo era in ottima salute.
La sua pressione sanguigna era un po' alta, ma tutto il resto sembrava a posto.
In un freddo giorno di inverno stava facendo una passeggiata, quando improvvisamente il suo petto ha cominciato a far male.
Un po' spaventato, è tornato nel suo ufficio, si è seduto, e il dolore è svanito così come era venuto. Quella notte ha continuato a pensare all'accaduto: uomo di mezza età, pressione alta, lavoro stressante, fastidio al torace...
Il giorno seguente si è quindi recato in un ospedale per un controllo. I medici hanno stabilito che non c'era stato alcun infarto e che l'attività elettrica del suo cuore era regolare.
Apparentemente ha avuto un'angina. I dottori ritengono che il dolore si verifichi quando il muscolo cardiaco riceve meno sangue del normale, forse a causa di un'arteria parzialmente bloccata.

Il cardiologo dell'ospedale ha quindi raccomandato che l'uomo fosse subito sottoposto ad una coronarografia, che consiste in un catetere che viene infilato in un'arteria del cuore per iniettare un colorante, il quale consente di mostrare sulle radiografie eventuali ostruzioni.
Se il test avesse trovato un'ostruzione, il cardiologo avrebbe consigliato all'uomo di applicare uno stent, cioè un piccolo tubo di metallo che mantiene dilatata l'arteria.

Mentre aspettava nel prontosoccorso, l'uomo ha iniziato a consultare il proprio smartphone cercando "trattamento della malattia coronarica".
Capitando sui siti di alcune riviste mediche, ha trovato alcune revisioni sistematiche che concludono che i farmaci, come per esempio l'aspirina, dovrebbero essere il primo trattamento di elezione.
Quell'uomo era un paziente insolitamente "attivo" e responsabile nei confronti della propria salute, così ha chiesto al cardiologo delucidazioni su ciò che aveva trovato.
Il cardiologo, un po' sprezzante, disse all'uomo di "fare una ricerca migliore".

Insoddisfatto della risposta, l'uomo ha dunque rifiutato l'angiografia e ha consultato il suo medico di base, il quale ha suggerito un diverso tipo di esame meno invasivo, che non ha bisogno di un catetere ma utilizza invece i raggi X.
Questo test ha rilevato una arteria parzialmente ostruita, ma non è stato in grado di determinare se il blocco fosse pericoloso. Il suo medico, come il cardiologo al pronto soccorso, ha suggerito quindi che che l'uomo si sottoponesse ad un angiogramma con catetere, al quale sarebbe probabilmente seguita l'installazione di uno stent.
L'uomo ha quindi fissato un appuntamento con il cardiologo per la cateterizzazione, ma quando ha cercato di contattarlo, gli è stato detto che il medico non sarebbe stato disponibile.

L'uomo ha quindi cercato un altro parere, e ha trovato il Dr. David L. Brown, professore nella divisione cardiovascolare della Washington University School of Medicine di St. Louis.
Nell'incontro gli ha raccontato di essersi sentito sotto pressione dai medici precedenti e di volere ulteriori informazioni.
Era disposto a provare tutti i tipi di trattamenti non invasivi (come una dieta rigorosa, o anche decidere di ritirarsi in pensione dal suo lavoro stressante) prima di impiantare uno stent.
Caso vuole che il dr. Brown faccia parte del RightCare Alliance, una associazione di operatori sanitari che cerca di contrastare quella tendenza all'aumento delle spese mediche senza che questo corrisponda ad un aumento dei vantaggi per il paziente.
Brown dice che questa alleanza sta "portando equilibrio nella medicina, un equilibrio in cui ognuno ottiene il trattamento di cui ha bisogno, e nessuno ottiene il trattamento di cui non ha bisogno".

L'installazione di uno stent è un esempio classico in cui questo equilibrio è precario.
Proprio Brown nel 2012 è stato co-autore di una revisione che ha esaminato tutti gli studi clinici disponibili che hanno messo a confronto l'impianto di stent con forme di trattamento meno invasive (Fonte: PubMed).
I risultati furono: per pazienti che hanno una cosiddetta "coronaropatia stabile", gli stent non apportano alcun beneficio nella prevenzione degli infarti, e non estendono l'aspettativa di vita.
In generale, Brown dice: "nessuno che non abbia avuto un infarto ha bisogno di uno stent".

Eppure, ogni anno centinaia di migliaia di persone sane sono sottoposte a interventi per impianto di stent, e 1 ogni 50 subirà una grave complicazione o morirà a causa dell'intervento.
Brown ha allora spiegato al suo paziente che l'ostruzione è un singolo elemento di una condizione molto più ampia, che non sarebbe stata influenzata dalla dilatazione di un unico "tubo".
Il sistema cardiovascolare è più complesso del lavandino di una cucina. 

L'uomo ha iniziato ad assumere un farmaco e ha migliorato la sua dieta.
Tre mesi più tardi il suo colesterolo è migliorato notevolmente, ha perso 15 chili, e il dolore al petto non è più tornato.
Questo aneddoto è stato tratto da un articolo sulla sovra-diagnosi nella rivista The Atlantic

Le evidenze scientifiche si rinnovano continuamente e rapidamente.
Tuttavia, il tempo necessario affinchè le nuove acquisizioni certificate rimpiazzino le vecchie abitudini e i protocolli, è in media 10 anni (Fonte: Jama).
In questi lassi di tempo si consolidano spesso tendenze a particolari tipi di intervento, come lo stent, la tiroidectomia o come lo è stata l'appendicectomia addirittura "preventiva" nella seconda metà del secolo scorso (in Francia le operazioni sono passate da 300.000 degli anni '80 a 83.400 del 2012. E un recente studio sul BMJ ha rilevato che il 63% degli interventi di oggi può essere evitato e sostituito con la terapia antibiotica - AdnKronos).
Né i medici, né gli stessi pazienti, possono permettersi di sedersi sullo scontato perchè, particolarmente in medicina, non vi è nulla di assolutamente certo e definitivo.

Abbiamo già visto l'esempio di quella donna che ha assunto una posizione di totale responsabilità sulle proprie scelte terapeutiche (articolo sul sito di Salute Attiva Onlus): questo aneddoto di oggi lo ricorda molto, e offre un'altra volta un'importante lezione: prenditi il tempo che ti serve per scegliere, e fai domande al tuo medico (approfondisci con "Parla con il tuo medico" di Dott.Gabriele Bovina).


IL VALORE AGGIUNTO DELLE 5LB

A giudicare dal racconto e dalle reazioni del suo organismo, quest'uomo, anche senza conoscere alcuna nozione di 5LB ma probabilmente spinto dallo spavento, ha comunque mosso qualcosa di importante nella propria vita che ha limitato le recidive sui tessuti coronarici (il colesterolo può esserne un segnale).

Allora, al di là delle probabilità di efficacia dei trattamenti, cosa possono aggiungere a questa storia le 5 Leggi Biologiche?
1) Aggiungono la consapevolezza che, dopo avere valutato l'urgenza oggettiva (in questo caso molto bassa) e quella soggettiva (l'uomo ha trovato la propria strada per rassicurarsi), sia possibile verificare con precisione quella circostanza che ha esasperato e poi rilassato l'organismo, provocando quel singolo evento sintomatico (una CE, che potrebbe anche non essere correlato ai tessuti coronarici).
2) Aggiungono quindi lucidità, tranquillità e tempo, e una potente bussola che aiuta a comprendere dove ci si trova e dove si va, nella propria vita.
3) Offrono infine l'opportunità, che può essere colta ma anche no, di affrontare certe situazioni in modo diverso.

In effetti le 5LB non cambiano il MODO di scegliere una terapia, ma cambiano radicalmente la percezione delle cose.


Aggiornamento di cronaca: proprio ieri (27/2/17) è venuto a mancare il famoso attore americano Bill Paxton, a 61 anni. Sui quotidiani italiani il motivo del decesso è omesso, ma su quelli americani si comprende che sono state le complicazioni di un intervento chirurgico.
Paxton è stato sottoposto ad un intervento a cuore aperto, uno degli interventi di cardiochirurgia più complessi, ma comunque di routine.
Se necessario e in base alla situazione, spesso lo stent può essere un'alternativa adeguata meno invasiva: il cardiologo Dr. Chauncey Crandall dice "Siate certi che l'operazione a cuore aperto sia realmente necessaria. Richiedete un secondo parere da un cardiologo. Io faccio spesso interventi con stent su pazienti ai quali era stato detto precedentemente che fosse necessario un intervento a cuore aperto, ma poi si capiva che non lo era".
Above all, make sure that the open heart surgery is actually needed, says Crandall.
“Get a second opinion from a cardiac interventionist. I often do stenting procedures on patients who were previously told they needed open-heart surgery but it turns out they didn’t,” he adds. NewsMax

Non possiamo sapere se l'intervento fosse adeguato per il suo caso personale, potrebbe essere stato inevitabile. Di certo la considerazione dei rischi e dei benefici non può essere sottovalutata, specie con un approccio "less is more".

'Bisogna essere orgogliosi delle proprie cicatrici'

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Alla fine arriverà un tempo in cui i momenti difficili
saranno solo storie da raccontare con orgoglio a chiunque vorrà udirle.
E tutti le ascolteranno, pieni di rispetto,
e apprenderanno tre insegnamenti fondamentali:
bisogna attendere con pazienza il momento opportuno per agire.
Bisogna coltivare la saggezza che consente di
non lasciarsi sfuggire le occasioni.
Bisogna essere orgogliosi delle proprie cicatrici.
Le cicatrici sono le medaglie che
marchiano le carni e spaventano l'avversario,
mostrando che ha di fronte un uomo che possiede
una grande esperienza nel combattimento.
Molte volte questo porterà l'altro
a cercare il dialogo per evitare il conflitto.
Le cicatrici sono più eloquenti
della lama della spada che le ha provocate.

Paulo Coelho - Il Manoscritto Ritrovato Di Accra


Le cicatrici: il segno della tua storia, del superamento dei tuoi ostacoli, dei tuoi successi ed insuccessi.
In esse sono rinchiusi la memoria, i ricordi di esperienze personali difficili, come un incidente o un conflitto, ma anche piacevoli, come le cure della mamma dopo una brutta caduta… in entrambi i casi esperienze che hanno lasciato il segno nel corpo e nello spirito.

Ma nel corpo cosa succede?
Gabriele Bovina, medico agopuntore, ci spiega su 5LB Magazine quel fenomeno al quale fin da bambini siamo avvezzi, che non ci spaventa e che diamo per scontato: la cicatrice. 
Che cos’è? Di che cosa è fatta? Come si forma?
Fenomeni fisiologici che possono sembrare straordinari, ma che per la natura del nostro organismo sono invece all’ordine del giorno.

Cos'è l’infiammazione, quella acuta e quella cronica, e cosa succede ai tessuti quando sono soggetti a ripetute lesioni e riparazioni che chiamiamo recidive? Come le inquadriamo sulla curva bifasica?
In sintesi, Gabriele ci racconta quello che lui stesso chiama “apparato riparatore”.
Un argomento molto vasto, che ci fa anche comprendere meglio i malesseri cronici. 


Questo suo lavoro è parte della monografia di 5LB Magazine “LE RECIDIVE”.

Gabriele Bovina è medico chirurgo esperto in agopuntura e medicina cinese, lavora nella zona tra Bologna e Modena.
www.gabrieledottorbovina.it

La guerra (in Siria) ci sbatte in faccia le leggi biologiche

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Non vogliono addormentarsi per paura di morire e non parlano più. In Siria un bambino su 4 avrà problemi mentali
Fonte: Left su un rapporto di Save The Children

[In parentesi quadre commenti nostri]
"L’aumento dell’aggressività nei confronti di familiari e amici è il tratto minimo e praticamente comune a quasi tutti i bambini (l’81 per cento), al quale si aggiungono incubi notturni [CE], autolesionismo [costellazioni compulsive e aggressive] e tentativi di suicidio [costellazioni post-mortali]. 
Molti di loro hanno il terrore di addormentarsi per la paura di non svegliarsi più. «La mancanza di sonno e di riposo [simpaticotonia permanente] è estremamente pericolosa per la salute fisica e mentale dei bambini e può portare a gravi conseguenze di natura psichiatrica nonché a malattie a volte mortali», si legge nel rapporto. 
Mentre «la metà degli adulti intervistati denuncia che i bambini non riescono più a parlare [costellazione autistica]», spiegano i ricercatori. Alcuni ormai sanno solo gridare. 
Fanno fatica a respirare [spaventi improvvisi e minacce "nel territorio", laringe e bronchi] e soffrono di paralisi temporanee degli arti [impedimenti nel movimento, come scappare]. 
Inoltre, «sono tantissimi i bambini che soffrono di minzione involontaria e di frequente enuresi notturna (lo riferisce il 71% degli adulti) [impossibilità a trovare il proprio posto, a evitare di essere invaso]». 
Basta un colpo di vento che fa sbattere una porta a generare reazioni di panico [binari].
Il terrore principale dei bimbi, com’è comprensibile, è di perdere la loro famiglia, di esserne strappati con la violenza. Due bambini su tre dicono di aver perso uno dei loro cari, e molti hanno visto uccidere i propri genitori, familiari, amici. Altri semplicemente sparire nel nulla."


Questi sono quei casi in cui non c'è scienza né supposte evidenze che servano a spiegare le cose.
Tutte le reazioni biologiche di cui si legge appaiono sensate senza incertezze. Scontate.
La vita a stretto contatto con la violenza, ai limiti della sopravvivenza, esprime se stessa con ogni mezzo, nel disperato tentativo di divincolarsi da condizioni insostenibili.
Sofferenze inaudite a cui adattarsi, persino in tempi troppo lunghi.

Quando abbiamo dubbi se le sole percezioni di pericolo possano provocare reazioni non solo psichiche ma anche molto fisiche fino a provocare "malattie mortali", ricordiamoci della terribile esperienza della guerra.
Ricordiamoci che anche noi come il nostro prossimo, nella vita possiamo vivere certi eventi con una sensazione di profonda gravità; che "il terrore di perdere la famiglia, di esserne strappati con violenza"è una condizione tutt'altro che rara, persino nella nostra bella e opulenta società.

Quando assistiamo ad una paralisi improvvisa, o a una reazione autistica, ricordiamoci di questi bambini: perchè in assenza di un elemento palese come un elefante in cucina (la guerra), qui, nella nostra tranquilla Italia, di fronte ad una paralisi o all'autismo si andrebbe a cercarne la causa dappertutto tranne che in un evento psichico.
Quando diciamo "i migranti portano le malattie", ricordiamoci che l'unico contagio che queste persone si portano dietro è il terrore di guardare la morte in faccia ogni santo giorno.


"Mi sento depresso come se fossi in un altro mondo. Quando mi sveglio e realizzo che sono ancora qui, sento che non posso muovere il mio corpo" Mohammed, 15–17, Ghouta est

"Mio padre è stato arrestato 5 anni fa. Quando lo ricordo mi fa male la testa. Mi sento come se il mondo diventasse piccolo." Ahmed, 15–17, Ghouta est


"Il mio cuore mi fa male perchè batte troppo forte perchè sono terrorizzato" Nour, 5–7, Aleppo 

“Mi arrabbio quando qualcuno nella mia famiglia o i miei amici muoiono. Il petto mi fa male e non riesco a respirare, allora mi siedo perchè non voglio urlare o colpire qualcuno dalla rabbia". Saif, 15–17, Aleppo

"Quando sono seduto da solo e inizio a pensare, il mio stomaco inizia a farmi male. È lì che capisco davvero la situazione in cui mi trovo, quando ci penso veramente." Tarek, 15–17, Ghouta est



Foto sotto CC di SyriaFreedom

Calo delle nascite e sterilità sono causate dall'inquinamento chimico?

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Se gli indiziati di un crimine sono una cerchia ristretta e se, dopo che quei 2 o 3 li hai ribaltati come calzini con interrogatori estenuanti e ispezioni di ogni angolo della loro vita non trovi prove schiaccianti, o ti inventi qualche capo di imputazione o forzi qualche testimonianza, altrimenti l'indagine rischia di finire in un nulla di fatto.
E allora toccherebbe ricominciare tutto daccapo, andando a cercare il vero colpevole chissà dove, perchè di certo non è presente lì tra i sospettati.

Chi è il colpevole della progressiva riduzione delle nascite in Europa?
Microbi, difetti genetici o inquinamento chimico?

Sterilità raddoppiata in 20 anni e pene più corto, cosa succede agli uomini?
La nostra società sembra non essere più in grado di riprodursi. Nel nostro Paese, ad esempio, la sterilità maschile è raddoppiata in 20 anni. 
Infatti, in Italia in 50 anni abbiamo perso il 50% delle nascite. I demografi, ogni anno, ci ricordano che il numero dei morti supera quello dei nati. Se continuiamo cosi, con 1,3 figli in media a donna, siamo destinati a veder sparire il 60% dei giovani nel giro di tre generazioni.
[...]Le cause della femminilizzazione del maschio e, di conseguenza, della sempre più scarsa capacità riproduttiva si deve alla diffusione di sostanze chimiche presenti in oggetti di uso quotidiano che stanno interferendo sul nostro sistema ormonale.
Fonte: La Stampa


L'imputato da incastrare questa volta sembra essere la chimica.
Non so se esistano sociologi, psicologi, ricercatori nelle scienze umane che stiano indagando l'argomento nei propri ambiti, ma è evidente che oggi il riduzionismo molecolare domini incontrastato sulle risorse della ricerca scientifica.
Se c'è una qualche correlazione tra le concentrazioni di certe molecole e il calo della natalità/diagnosi di sterilità, ciò non è certo sufficiente a relegare in secondo piano le innumerevoli variabili sociali che possono influenzare questo fenomeno.

Ma alla luce delle 5 Leggi Biologiche il sospetto che la chimica possa avere un ruolo marginale diventa anche più forte.
Sappiamo molto bene, infatti, che le aree cerebrali della corteccia perinsulare influenzano profondamente gli equilibri ormonali
Aree che, nello specifico, controllano i tessuti che reagiscono ad eventi che riguardano i ruoli sociali, la gestione del "territorio", le relazioni sessuali.
Interruttori cerebrali che possono rendere sterili - sensatamente - uomini e donne (amenorrea).
Equilibri ormonali che possono virilizzare la donna e femminilizzare l'uomo, in base alle necessità richieste dalle circostanze.

D'altra parte non vi è dubbio che le condizioni sociali negli ultimi 50 anni si siano stravolte, caratterizzate da una profonda infiltrazione dell'individualismo; non vi è dubbio che i ruoli sia in famiglia che nel lavoro si siano riconfigurati in diverse forme; non c'è nemmeno il dubbio che le civiltà "evolute" tendano verso la condizione ideale delle pari opportunità, che come spinta collaterale agevola il livellamento delle differenze tra uomo e donna.

In aggiunta a questo processo storico, si sovrappone anche una condizione europea economico-sociale piuttosto oppressiva che, anche restando nella pura teoria, è ben plausibile che sortisca almeno 2 effetti: 
- l'influenza sulla bilancia ormonale degli individui, abbattendo gli ormoni maschili (con l'attivazione delle aree della corteccia perinsulare destra)
- una precarietà diffusa nei "nidi" (cioè nei nuclei familiari), sulla base della quale la biologia non trova le condizioni adatte alla procreazione.

Si potrebbero fare numerose altre considerazioni su cui varrebbe la pena di studiare e fare ricerca. 

Per contrasto nelle notizie balza all'occhio quel riduzionismo di cui siamo anche un po' assuefatti, che lascia una sensazione di inaccettabile superficialità molto simile a quella che, qualche mese fa, traspariva dalla infelice campagna del ministero della salute. 
Ricordi? Il Fertility Day, che ha avuto l'ardire di ascrivere il calo della natalità in Italia ad una insinuante e surreale "pigrizia" delle donne...

Non voglio trarre conclusioni senza fondamento, ma voglio semplicemente portare all'attenzione che le leggi biologiche non possono giustificare fenomeni sociali quando non sono calate e verificate a livello percettivo individuale... tuttavia possono aprire a nuovi e straordinari orizzonti per tutti i ricercatori di buona volontà che si sentono pronti ad accogliere la sfida.

Stefan Lanka e il virus del morbillo che non esiste. Nuovi scenari in biologia?

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In un'intervista tenuta da Mark Pfister (Formazione Professionale 5LB), il biologo Stefan Lanka in persona racconta del capovolgimento della sentenza che, nel 2015, gli imponeva di pagare 100.000€ ad uno studente di medicina.

I media ai tempi non hanno lesinato nel farsi beffe:
L’epic fail dell’anti-vaccino tedesco che nega l’esistenza del virus del morbillo
Fonte: Giornalettismo

Quello che diceva che il morbillo non esiste ha fatto una brutta fine
Fonte: NextQuotidiano

Oggi la sentenza è ribaltata, ma della notizia non si trovano tracce se non in lingua tedesca.


Riassumiamo rapidamente gli eventi:

- nel 2011 Stefan Lanka offriva pubblicamente 100.000€ a chiunque avesse portato la prova scientifica dell'esistenza del virus del morbillo, del quale si sarebbe dovuto misurare il diametro. Non sarebbero stati accettati modelli o disegni.
- si presenta quindi uno studente di medicina, che invia 6 articoli scientifici e il numero di conto corrente per il versamento
- Lanka oppone il fatto che questi studi non fossero stati eseguiti con il rigore scientifico necessario, e quindi che i risultati fossero falsati
- nel 2015 la corte di Ravensburg dà ragione allo studente che avrebbe rispettato le richieste del bando pubblico, e impone a Lanka di pagare la ricompensa promessa
- nel 2016 la Corte d'appello di Stoccarda respinge la sentenza del 2015, sollevando Lanka dal pagamento.
- nel gennaio 2017 la Cassazione chiude il contenzioso confermando la decisione di sollevare Lanka dal pagamento della ricompensa.

Dalle perizie sui sei articoli scientifici si rileva che non ce ne fosse uno specifico che fosse in grado di fornire tutte le richieste di Lanka ma, nel complesso in una visione sinottica, le prove dell'esistenza del virus apparivano sufficienti.
Lanka però richiede alcuni rigidi requisiti di scientificità (formulati dalla Fondazione Tedesca per la Ricerca nel 1998), che non sarebbero stati rispettati in nessuno dei 6 studi.

Un lungo tira e molla tra interpretazioni del bando per la ricompensa, vizi di forma nella procedura processuale e questioni profondamente tecniche riferite a standard scientifici, non permette ai giudici di sbrogliare la matassa e, in fondo, la disputa pare finire in un nulla di fatto che non risponde in modo definitivo alla domanda "esiste il virus del morbillo?": poichè Lanka richiedeva UN UNICO studio e non NUMEROSI studi, lo studente non può essere pagato.

Fonte: archivio della giurisprudenza della regione di Baden-Wurttemberg (Stoccarda)

Al di là di questa conclusione inconcludente dal punto di vista scientifico, quali sono le mancanze che Lanka imputa ai 6 studi portati come prova dell'"esistenza del virus"?
Per essere chiari, Lanka non sostiene che il virus del morbillo "non esiste", ma sostiene che non ce n'è prova perchè ciò che è sempre stato visto e considerato "virus", in realtà sarebbero probabilmente parti residue di cellule morte, cioè artefatti causati dallo stesso metodo sperimentale in vitro.
E osserva che quegli studi non avrebbero rispettato standard scientifici sufficienti, per esempio poichè sono stati eseguiti senza esperimenti su campioni di controllo.
Errori alla base della virologia, che avrebbero minato la veridicità degli studi successivi.

Nel video la spiegazione dettagliata dalle parole dello stesso Stefan Lanka, che dà le sue picconate alla radice della virologia, in quell'eterna alternanza di prove e confutazioni che è propria dell'evoluzione scientifica.

Quella qui sotto è una piccola anteprima, il video completo (20 minuti) si trova sul sito della Formazione Professionale 5LB (Clicca).


Vaccini: il fallimento giornalistico e delle istituzioni nella guerra all''ANTI-VAX'

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Peter Doshi è ricercatore (anche per Cochrane) e editor al British Medical Journal con un ruolo di giornalismo di inchiesta, ruolo necessario per la rinomata rivista scientifica in questo periodo storico in cui la corruzione dei dati nella ricerca è fuori controllo (segui la campagna AllTrials).

Il mese scorso Peter Doshi ha pubblicato un interessante articolo sul BMJ, intervenendo sulla questione nella dilagante polemica sui vaccini (in passato ha compiuto revisioni sistematiche in questo ambito), sul ruolo dei giornali e dei mass media e sull'attrito tra questi ultimi e il presidente americano Donald Trump.

Estraggo e traduco una porzione di questo articolo che ritengo sobrio e molto interessante, sia perchè è ben aderente alla posizione del 5LB Magazine sia perchè riflette una prospettiva accademica alla quale non è concesso molto spazio sui mass media, e forse in modo particolare nel nostro Paese.

Medical response to Trump requires truth seeking and respect for patients

Fonte: British Medical Journal

[...] Un argomento su cui il nuovo presidente potrebbe mettere alla prova i giornalisti è quello dei vaccini.
Il candidato Trump ha espresso dei dubbi sulla politica vaccinale e c'è motivo di
pensare che ci sia in programma una “commissione per la sicurezza dei vaccini”.

UN EQUILIBRIO DELICATO
Su questo argomento al buon giornalismo sarà richiesto di abbandonare le attuali pratiche dell'evitare le interviste, di sottrarsi alla comprensione, e di fuggire le voci critiche per paura che la manifestazione di qualsiasi critica corrisponda alla presentazione di un "falso equilibrio" che si tradurrebbe in un allarme sanitario.

Ha certo importanza se la stragrande maggioranza dei medici o degli scienziati è d'accordo su qualcosa. Tuttavia i giornalisti del settore medico dovrebbero essere tra i primi a rendersi conto che se da un lato le prove contano, allo stesso modo conta la legittima preoccupazione dei pazienti. 
E se i pazienti hanno preoccupazioni, dubbi o sospetti, ad esempio sulla sicurezza dei vaccini, questo non significa che siano "anti-vaccinisti". 
Le posizioni anti-vacciniste certamente esistono nel mondo, ma l'approccio che etichetta chiunque e tutti quelli che sollevano interrogativi io compreso - sulla legittima cocciutaggine delle attuali politiche vaccinali come "anti-vaccinista", fallisce da diversi punti di vista.

1) In primo luogo, essi falliscono nel rappresentare correttamente la natura della preoccupazione. Molti genitori di bambini con disturbi dello sviluppo che si interrogano sul ruolo dei vaccini hanno vaccinato i loro bambini.
L’anti-vaccinismo è un'ideologia, e le persone che hanno fatto vaccinare i loro bambini sembrano candidati improbabili per questo titolo.

2) In secondo luogo si riferiscono genericamente a tutti i vaccini come se la decisione su rischi e benefici sia la stessa indipendentemente dalla malattia - poliomielite, pertosse, vaiolo, parotite, difterite, epatite B, influenza, varicella, HPV, encefalite giapponese - o
indipendentemente dal tipo di vaccino - vivo attenuato, inattivato a cellula intera, a virus spaccato, ad alto dosaggio, a basso dosaggio, adiuvato, monovalente, polivalente, ecc.
Ciò sembra intelligente tanto quanto categorizzare le persone in "pro-farmaco" e "anti-farmaco" a seconda che esse abbiano mai espresso preoccupazione per i potenziali effetti collaterali di un qualsiasi farmaco.
[Leggi su 5LB Magazine Come si alimenta una polemica: i vaccini, NDT]

3) In terzo luogo, etichettare le persone preoccupate per la sicurezza dei vaccini come antivacciniste" rischia di radicalizzare le posizioni. 
L'etichetta (o il suo derivato dispregiativo "anti-vax") è una forma di attacco. Stigmatizza il solo e semplice atto di porre domande su una questione aperta, ossia su ciò che è noto e ciò che è sconosciuto intorno alla sicurezza dei vaccini.

4) In quarto luogo, l'etichetta allude troppo in fretta al fatto che ci siano "due facce" per ogni domanda, e che le "due parti" siano polarmente antitetiche.
Questo modo di pensare "o sei con noi o sei contro di noi"è inadatto alla medicina. 
Molti genitori che devono prendere una decisione sulla salute dei loro figli, ad esempio se vaccinare o non vaccinare, in ultima analisi lo fanno con la persistente incertezza di essere o meno nel giusto. Quando è data loro la possibilità di scelta, alcuni dicono sì ad alcuni vaccini e no ad altri. 
Questi genitori non sono dei fanatici, essi devono prendere una decisione navigando nel grigio, agendo in condizioni di perpetua incertezza.

E tra queste incertezze ci sono gli effetti collaterali conosciuti e sconosciuti che ciascun vaccino comporta. 
Contrariamente alla convinzione - generalmente implicita - che i vaccini siano privi di rischio (e quindi perché qualcuno dovrebbe mai resistere alle raccomandazioni ufficiali), la realtà è che le informazioni mediche ufficialmente autorizzate scritte sui vaccini sono - proprio come i farmaci - piene di informazioni su comuni, non comuni e non confermati, ma possibili, danni.
Anche se MPR e autismo hanno dominato la scena giornalistica sulla questione, e i giornalisti hanno rappresentato in modo corretto il consenso scientifico che rifiuta qualsiasi collegamento, la maggior parte dei giornalisti non ha sufficientemente riconosciuto il fatto che organismi come l'Istituto di Medicina hanno "trovato prove convincenti di 14 effetti sulla salute, tra cui convulsioni, infiammazione del cervello e svenimento - che possono essere causati da alcuni vaccini, anche se questi risultati si verificano raramente".
E per 135 altri eventi avversi indagati, il comitato ha concluso che "le prove erano insufficienti per accettare o rifiutare una relazione causale" con i vaccini.

I giornalisti in ambito medico hanno l'obbligo di dire la verità. Ma i giornalisti devono anche garantire che i pazienti vengano prima di tutto, il che implica un nuovo approccio al modo di trattare la questione dei vaccini
È tempo di ascoltare seriamente e rispettosamente le preoccupazioni dei pazienti e non di demonizzarli.


Se l'articolo è interessante, lo sono anche di più i commenti da parte di alcuni colleghi allo stesso. 
Se hai tempo prosegui nella lettura:

Dr Viera Scheibner (PhD), scienziato ricercatore e autore in pensione
[...] Ho studiato finora più di 400.000 pagine di studi medici pubblicati su riviste scientifiche accreditate e per questo dovrei essere nella posizione di fornire un'opinione informata e una visione sugli effetti dei vaccini.
Non vedo la faccenda come una guerra, ma solo una questione di riportare il vero. Se con la mia conoscenza ancora credessi che i vaccini sono sicuri ed efficaci, non sarei in grado per questa credenza di rivendicarne la razionalità [...]


Gayle L DeLong, Professore al Baruch College[...] Uno dei più grandi problemi è che le autorità che promuovono i vaccini (negli USA il CDC) forniscono anche la maggioranza delle ricerche sulla sicurezza dei vaccini.
Queste agenzie non possono investigare i problemi che hanno creato. 
Per risolvere questo conflitto di interessi, Salmon et al. (2004) suggeriscono di istituire un Consiglio Nazionale per la Sicurezza dei Vaccini simile a quello dei trasporti.
[...] Ho discusso altri conflitti di interesse e possibili soluzioni nella mia ricerca (PubMed).
Ignorare le domande dei genitori non farà allontanare né le domande né i genitori che le pongono.


JK Anand, dottore in pensione
[...] Essendo stato coinvolto nel mondo dei vaccini per la maggioranza della mia vita lavorativa difendendone le procedure, mi sono disincantato quando ho visto che i medici non prendono sempre in considerazione un genitore che gli porta all'attenzione la possibilità di una relazione di causa-effetto tra episodi clinici inaspettati e una immunizzazione vaccinale in stretta relazione temporale. 
[...] Il nuovo presidente può non essere il preferito per molti: tuttavia, se dovesse istituire una commissione sotto avvocati o giudici per esplorare i possibili effetti collaterali dei prodotti immunizzanti, noi dovremmo ben accoglierla.


Rebecca E Chandler, Medico, Uppsala Monitoring Centre - WHO Collaborating Centre for International Drug Monitoring
[...] Un problema che ho notato nel giornalismo medico ma anche nelle autorità per la salute pubblica rispetto al tema dei vaccini, è la quasi totale elusione a riconoscere il progresso che è stato compiuto nel campo della scienza della sicurezza vaccinale.
C'è un campo emergente chiamato "adversomics" che riconosce il fatto che gli eventi avversi in seguito alle vaccinazioni [AEFI in inglese NDT] possono essere determinati a livello individuale.
Questo campo è basato su ricerche che hanno identificato una variazione tra individui nella risposta ai vaccini, basata su differenze di innata immunizzazione, differenze nel microbioma e immunogenetiche. 
[...] Il pubblico di oggi è sottovalutato sia dai giornalisti medici sia dalle autorità per la salute pubblica. Loro sono consapevoli della nascita di una medicina personalizzata o "di precisione" e della crescita di interesse intorno alla centralità del paziente, la quale richiede una comprensione della prospettiva del paziente sulle condizioni di salute e sui trattamenti. È molto probabile che sono giunti alla comprensione che l'argomento "una cosa va bene per tutti" per i vaccini non regge più [...]
Il continuo fallimento nel coinvolgere i pazienti e nel riconoscere gli avanzamenti della scienza nell'ambito della sicurezza dei vaccini, conoscenze che possono sfidare i vecchi paradigmi, condurrà probabilmente a peggiorare la perdita di fiducia del pubblico sia verso il giornalismo medico, sia nei confronti delle autorità.


Peter J Archer, studente laureato, Massey University, New Zealand 
Come antropologo medico, la mia area di competenza sta nei rapporti di potere tra paziente e operatore sanitario, e nella formazione e mantenimento del pensiero dominante.
[...] Ho notato che, per un significativo numero di persone "vacciniste", lo stato dei vaccini appare essere assurto al livello che l'antropologia chiama "icona sacra". Qualcosa che non deve mai essere criticato, ma piuttosto gli è dato lo stato di "vacca sacra", da trattare con reverenza.
Allo stesso modo, nel gruppo degli "anti", avviene la stessa cosa: per loro i vaccini sono il diavolo, da evitare ad ogni costo e ogni notizia che critica un vaccino è afferrata con gioia e offerta come prova alla propria tesi.
In questo clima di guerra è diventato davvero difficile essere una voce di razionalità, e molte persone che non vogliono entrare in questi estremismi tendono ad evitare del tutto l'argomento. [...]

Traduzioni di Mauro Sartorio

Screening preventivi a testicoli e ovaie: farli o non farli?

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"I controlli generali sulla salute [nelle persone sane NDR] non riducono gli stati patologici o la mortalità, né in generale, né per cause cardiovascolari o per cancro, nonostante il numero di nuove diagnosi aumenti.
[...] è improbabile che le visite di controllo generali sulla salute diano un beneficio."
Fonte: Cochrane tramite 5LB Magazine

Abbiamo già scritto numerose volte sulla prevenzione e la diagnosi precoce, perché nel modello delle 5 Leggi Biologiche la prevenzione prende un senso diverso dal comune.
Ma nell'odierno modello ortodosso, nonostante le cicliche campagne di marketing, gli screening su persone sane sono comunque poco raccomandati e, se lo sono, hanno regole definite che non hanno molto da spartire con il mondo della persuasione pubblicitaria di massa.

Nello specifico oggi parliamo di screening preventivi su tessuti che hanno la stessa origine embrionale: il testicolo e l'ovaio.


TESTICOLO
Ne parliamo oggi perchè in questi giorni la Fondazione Umberto Veronesi ha lanciato una campagna mediatica sull'autopalpazione dei testicoli, simpatica, ironica e con un potenziale di viralità nel messaggio:

Al via la campagna "Tocchiamoci" per la prevenzione del tumore ai testicoli
La Fondazione Umberto Veronesi invita i maschi italiani all'autopalpazione. Con un video che gioca sulla nostra scaramanzia.
Sfruttare scaramanzia e luoghi comuni del maschio italico per veicolare un messaggio fondamentale: il tumore ai testicoli si può prevenire, basta toccarsi.

Fonte: La Repubblica


L'ironia è un veicolo efficace, tuttavia il messaggio popolare che "più fai e meglio è", "più controlli = più salute"è un falso nella comunicazione di massa, diciamo una "fake news" per usare il gergo in voga nel 2017.
In generale la questione cade nell'ambito della sovra-diagnosi, del sovra-trattamento, della tendenza sempre più spiccata per la medicina verso il less is more e il wait and see (gli anglosassoni sono più avanzati in questo campo), argomenti che non vengono nemmeno sfiorati nelle campagne mediatiche.

In particolare per il testicolo, una revisione di tutti gli studi disponibili sull'efficacia dello screening conclude che:

...non ci sono studi controllati e randomizzati che abbiano valutato l'efficacia dello screening per il cancro al testicolo. In assenza di evidenze di alta qualità, i pazienti con un rischio più alto di sviluppare il cancro al testicolo dovrebbero essere informati sui potenziali benefici e rischi associati allo screening.
Fonte: PubMed

Chi è "a rischio" dovrebbe essere informato sui potenziali danni e sui benefici; chi invece non ha indicazioni mediche per fare controlli deve sapere che non esistono ricerche di alta qualità che abbiano verificato che sottoporsi a controlli regolari ai testicoli porti dei benefici o sia privo di rischi.
"Ma l'autopalpazione è innocua, non è un controllo clinico" si potrebbe pensare. Non è detto, perchè non è verificato.
Così come non è innocua, per esempio, l'autopalpazione del seno.
Insomma: ognuno faccia ciò che sente meglio per sé, ma cosciente che fare non è necessariamente meglio che non fare.


OVAIO
Nel caso dell'ovaio, invece, le ricerche pubblicate sono numerose.
E la sintesi è molto chiara e precisa:

Sulla base di numerosi RCT, tutte le organizzazioni raccomandano di non eseguire esami pelvici, dosaggio del CA-125 e ecografia transvaginale per lo screening del tumore ovarico. 

Nessun test di screening genererebbe benefici, ma incrementerebbe costi e rischi, tra cui le complicanze di ulteriori indagini invasive.
Fonte: Evidence 2015;7(12): e1000127 doi: 10.4470/E1000127

I controlli preventivi sulle ovaie semplicemente sono sconsigliati, a qualsiasi età.
Per evitare fraintendimenti: il controllo non è dannoso se si hanno disturbi e quindi il medico lo prescrive come indagine diagnostica, in quel caso necessaria.
I controlli sono rischiosi quando si fanno in modo preventivo "per evitare qualsiasi evenienza".

Dobbiamo renderci conto che può esserci una certa discrepanza tra le campagne di informazione (spesso spinte con moderni strumenti pubblicitari e persuasivi), le credenze popolari e le raccomandazioni della medicina basata sulle evidenze.
E dobbiamo anche renderci conto che queste evidenze sono in continua evoluzione e trasformazione, perchè le certezze definitive sull'efficacia dei trattamenti sono piuttosto rare.

La suggestiva idea popolare che "la scienza conosce le cose" e, quindi, quello che si fa per prassi è certificato e senza dubbi, conduce le persone a pensare "non mi devo fare domande" e chi se le fa è un paranoico.
Questo è un messaggio che oggi i media veicolano con leggerezza, senza accorgersi dello sbilanciamento verso un positivismo scientista che non ha contatto con la realtà.
Ecco perchè il 5LB Magazine potrà spesso apparire in una posizione di ri-bilanciamento opposto, dove tutto appare sconosciuto e indefinito. Ma la cautela e il dubbio metodico ci sembrano atteggiamenti più efficaci e prossimi allo stato delle conoscenze odierne.

Per tutti questi motivi, se nella scelta terapeutica è importante chiedere al medico, non dare le cose per scontate, valutare e prendere decisioni informate, nel campo della prevenzione (cioè dell'agire in assenza di un bisogno oggettivo) è ancora più importante.

Una visione 5LB sull’aggressività intorno all’argomento vaccini

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L’aggressività è difesa di un’identificazione. 
La biologia ce lo spiega, ma l’etica non lo giustifica.

Un tema scottante, di supremo valore, è certamente quello delle decisioni nel campo della salute per sè, ma lo è ancora di più se i soggetti in questione sono i figli. 
La violenza e l'aggressività dei toni e delle parole durante un confronto tra due opinioni contrarie su un argomento delicato come quello delle vaccinazioni è direttamente proporzionale al valore messo in gioco, al grado di coinvolgimento personale, e al senso di responsabilità che si vive per le scelte fatte, o prossime future. 
Valore, coinvolgimento personale e senso di responsabilità in realtà sono parametri strettamente correlati che possiamo raggruppare sotto il medesimo cappello dal titolo: ruolo di genitore

Perchè c’è tanta aggressività in questo dibattito?

Non certo l'unico, ma uno tra i motivi si osserva attraverso le 5 Leggi Biologiche e ha a che fare con la costellazione cerebrale aggressiva, che si manifesta quando una persona sente che la propria identità, in questo caso di genitore, viene messa in discussione.
D'altra parte è uno schema che conosciamo, in cui non possiamo non riconoscerci quando siamo schierati in due fronti politici, due squadre di calcio, due credi religiosi ecc.

L'aggressività nelle discussioni intorno all’argomento vaccini, palesa suscettibilità e ira non di personalità borderline o "cattive", ma di individui spaventati che devono difendere qualcosa di prezioso: un proprio ruolo.
Reagiscono d’istinto aggredendo verbalmente perchè il ruolo principe della loro vita, “Il Genitore”, in cui ripongono massima identificazione, viene messo in discussione dagli altri membri della società. 

Nella frase di accusa “sei un disgraziato perchè non vaccini tuo figlio e metti a rischio lui e la società” e nella risposta ”sei un ignorante perchè vaccinando tuo figlio lo metti a rischio di avvelenamento o di potenziali reazioni avverse” si avverte il bisogno viscerale di affermare e confermare che le scelte, in merito alla salute del proprio bambino, sono quelle giuste, ovvero che “Io sono un bravo genitore”.

La propria identità genitoriale, fino ad allora costruita e mantenuta con impegno e con non poche difficoltà, viene giudicata e attaccata a tal punto che si percepisce la sottile (ma non troppo) accusa di mettere "volontariamente" in pericolo la vita stessa del proprio figlio (sia quando lo si vaccina, sia quando non lo si vaccina), e questo per un genitore non è tollerabile. 

Non sto entrando nel merito della questione sull'efficacia o la sicurezza dei vaccini; è un’osservazione su un piano che di solito non si guarda, quello delle reazioni e dei comportamenti umani quando qualcuno viene giudicato inadeguato in uno dei ruoli più importanti. 

Se poi il genitore ha vissuto sulla propria pelle delle esperienze scioccanti (a causa di una mancata vaccinazione o a causa di un vaccino, è la stessa cosa) il livello di aggressività si può fare ancora più intenso. Ricordiamoci che spesso il più estremo "antivaccinista"è qualcuno che ha riposto fiducia nei vaccini, e in qualche modo è stata tradita.
Altra condizione è quella di impotenza di un genitore che non può vaccinare anche volendolo: ma questo è un argomento che merita uno spazio dedicato.
Da qui si esprime la violenta partita di botta e risposta in cui ciascuna delle parti (pro o contro i vaccini) non fa altro che salvaguardare e affermare con veemenza, anche a scapito delle buone maniere (e in alcuni casi si passerebbe anche alle mani), quella identificazione che gli permette di sentire di essere (o di essere stato) un buon genitore. 

Se osserviamo la cosa dal punto di vista delle 5LB e delle costellazioni cerebrali, abbiamo più spazio per permetterci di sentire che in fondo in fondo ogni genitore sta rispondendo dalle sue ferite profonde e insolute e con le risorse di cui dispone, facendo il proprio meglio.
Allo stesso modo, l'osservazione su se stessi permette di limitare comportamenti violenti, comprensibili dal punto di vista biologico, ma non  giustificabili da quello etico e morale.
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